Senza girarci troppo intorno, l'ordinanza con la quale il governatore della Sicilia Musumeci stabilisce lo sgombero di tutti i centri di accoglienza e gli hotspot dell'isola, espelle tutti i migranti presenti sul territorio regionale e vieta fino al 10 settembre ogni sbarco di navi, "anche delle ONG", è il peggio che la politica italiana abbia prodotto in questi mesi complicatissimi. Inutile, inapplicabile, controproducente, populista e scritta in modo indegno: difficile trovare un esempio peggiore del modo in cui politica e istituzioni abbiano agito in relazione all'emergenza legata alla Covid-19. Una piccola conferma arriva anche dal fatto che le reazioni siano esattamente quelle che ci saremmo aspettati: il plauso della destra, il silenzio del M5s e il PD che non capisce qual è il problema. (EDIT, sul punto, finalmente sono poi arrivate reazioni durissime, anche dal Viminale)
Musumeci è riuscito a mettere insieme un vero e proprio obbrobrio giuridico, un'ordinanza che cita in modo confusionario e approssimativo leggi e decreti, per giustificare quella che è più una provocazione che un provvedimento amministrativo. Un'ordinanza scritta male e pensata peggio, che arriva dopo giorni di polemiche a mezzo stampa, immediatamente stoppata dal governo.
Sostituendosi all'autorità statale, il Governatore immagina di poter vietare lo sbarco ai migranti, premunendosi di aggiungere un riferimento alle ONG che non ha alcun senso se non quello della bieca speculazione politica. Non è chiarissimo cosa intenda fare Musumeci per i barchini che arrivano a Lampedusa autonomamente o come possa opporsi ad esempio all'indicazione di un POS per una nave che abbia soccorso migranti da parte del ministero dell'Interno, né del resto si capisce come faccia un'ordinanza regionale a non tenere conto delle norme del diritto internazionale e della legge italiana, ad esempio per quanto riguarda il divieto di respingimento, il diritto di asilo e la tutela dei minori. Solo due giorni fa, Musumeci spiegava come non avesse alcuna autorità per chiudere i porti, ora mette nero su bianco l'esatto contrario. Ma del resto, cosa importa tutto ciò di fronte alla possibilità di fare il pieno di like e di commenti entusiasti sui social?
Peraltro, nell'ordinanza c'è anche di peggio. All'articolo 1, infatti, vi è l'ordine immediato di sgombero degli hotspot e dei centri di accoglienza per migranti: entro 48 tutti gli ospiti delle strutture dovranno essere trasferiti e ricollocati al di fuori del territorio regionale. Anche in questo caso, oltre all'assoluto disinteresse per leggi e convenzioni, non si capisce come ciò possa avvenire, chi debba occuparsi dei trasferimenti e verso dove. Questa specie di deportazione legata al "rischio sanitario", insomma, non ha neanche una destinazione finale.
Paradossalmente, l'incoerenza e inapplicabilità non sono nemmeno gli aspetti peggiori dell'ordinanza del governatore siciliano. E non lo è neanche l'assoluta strumentalità di un'uscita del genere, che rappresenta anche il tentativo di coprire errori e lacune di queste ultime settimane da parte delle istituzioni siciliane, deboli e inefficaci nel controllare il rispetto dei protocolli di sicurezza legati all'afflusso di turisti e alla ripresa dei consumi. Il problema principale è l'aver individuato nei migranti il capro espiatorio perfetto per la crescita dei contagi e, in ultima istanza, per la diffusione del coronavirus tra la popolazione siciliana. Legare gli sbarchi delle ultime settimane alla crescita dei contagi è operazione discutibile dal punto di vista fattuale (qui lo spiegava l'ISS), ma soprattutto vergognosa da quello politico. Nessuno nega che possano esserci problemi e che l'intero percorso dell'accoglienza debba essere oggetto di particolare attenzione (peraltro, segnalo che la salute dei migranti stessi non dovrebbe essere un problema secondario), ma la caccia al migrante untore serve solo a scatenare i bassi istinti dei cittadini già duramente provati dal lockdown e dalle restrizioni. Quest'ordinanza è un insulto agli italiani, che non meritano di essere trattati come bambini di 12 anni, cui si può raccontare qualunque sciocchezza per ottenere un po' di consenso e visibilità, dopo che per mesi hanno sofferto privazioni e divieti.
Non abbiamo bisogno di qualcuno che ci indichi il nemico, ma di qualcuno che sia serio e responsabile nell'affrontare e risolvere i problemi. Non abbiamo bisogno di ordinanze demagogiche e populiste, ma di provvedimenti incisivi ed efficaci. Non abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica come sfogare rabbia e frustrazione, ma di qualcuno che si faccia carico dei nostri problemi e li gestisca con equità, giustizia e dignità.