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Enrico Letta a Fanpage.it: “Dote ai giovani, un risarcimento al loro sacrificio durante la pandemia”

Il segretario del Partito Democratico, intervistato dal direttore di Fanpage.it, spiega la sua visione del presente e del futuro. Dall’importanza dei giovani alla (ri)nascita di un centrosinistra allargato che possa competere contro Salvini e Meloni. Passando per le battaglie fondamentali che Letta ha intenzione di portare avanti: lo Ius soli, la dote ai giovani finanziata con la tassa di successione e una politica europea sui migranti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La tassa di successione per dare una dote ai giovani, ma anche i migranti, lo Ius soli, l'Unione europea. Enrico Letta ha spiegato a Fanpage.it la sua visione del presente e del futuro, da segretario del Partito Democratico che raccoglie una sfida importante: convivere con la Lega al governo e contemporaneamente puntare a costruire un centrosinistra allargato che possa impensierire il centrodestra alle prossime elezioni. Tutto parte dal suo libro "Anima e cacciavite", che ad esempio è "il Next Generation Eu", un'operazione europea "straordinaria e inaspettata che mette insieme i valori dell'Europa". Il cacciavite, nel concreto, è la "clausola di premialità che fa sì che tutti i soldi che l’Italia riceverà verranno spesi con un moltiplicatore a favore dell’occupazione giovanile e femminile".

I giovani sono al centro della proposta di Letta, di cui si è parlato tanto in questi giorni: la dote ai diciottenni finanziata attraverso l'aumento della tassa di successione. "La difendo, la difenderò e la porterò avanti per tanti motivi – ha spiegato Letta – Il primo motivo è il fatto che i giovani devono essere al centro della nostra azione, perché i giovani sono stati i più bistrattati in Italia in questo decennio". Si è fatto tutto "tranne che aiutare i giovani", che intanto "sono scappati dall'Italia". È ancora più doveroso dopo la pandemia di Covid, durante la quale "si sono sacrificati per salvare la parte più fragile della nostra popolazione". Ma questi soldi non possono essere dati facendo "ulteriore debito", perché "lo ripagheranno loro". Il segretario del Pd ha commentato anche la flat tax che consente a tantissimi milionari di pagare 100mila euro su tutti i ricavi che fanno: "Sono forme di tassazione che esistono in tutti i Paesi europei, ma c'è bisogno di un’armonizzazione fiscale" e togliere assolutamente i "paradisi fiscali in Europa".

Uno dei punti su cui è più difficile dialogare con la Lega è il tema migranti: "È un bene che gran parte dei decreti Salvini sia stata cambiata, ma bisogna veramente alzare la voce, farlo tutti insieme, insieme agli altri Paesi". Soprattutto tra quelli del Mediterraneo. La vicenda libica è "ipercomplessa e ipercomplicata" e "va gestita con rapporti diplomatici, rapporti di governo". L'importante è che l'Europa superi l'idea "dell'appaltare a terzi", come è stato fatto "con la Turchia". E guardando agli esteri, il segretario del Partito Democratico ha spiegato il suo punto di vista sulla guerra scoppiata in Palestina: "Non è una vicenda in cui c’è una ragione o un torto, ma due ragioni, due popoli che hanno entrambi diritto a vivere in pace". E l'Europa deve "contribuire a costruirla".

Sul rapporto con il Movimento 5 Stelle, alleati del passato recente e – con ogni probabilità – del futuro dei dem, Letta è chiaro: "Il nostro compito è quello di costruire un centrosinistra largo, che sia innovativo, che vada a pescare nella società, nei movimenti, per questo lancerò a luglio le agorà democratiche che dureranno sei mesi, un grande percorso di partecipazione per interni e esterni, sul futuro della democrazia in Italia e il futuro della forma partito". In questo quadro si inserisce la costruzione di un governo "dopo le elezioni e in campagna elettorale che si incontri con i 5 Stelle". Il segretario del Pd ha chiaro l'obiettivo: "Dalle elezioni europee esiste un 40% di elettori che vota Salvini e Meloni". Quindi "o noi costruiamo una cosa più forte, oppure dopo Draghi ci saranno loro". Per Letta "è sempre il momento" dello Ius soli: "È una delle nostre bandiere fondamentali". Mentre sull'Unione europea – che si chiami così o Stati Uniti d'Europa – l'importante è che si tolga "il voto all’unanimità in tutte le politiche che si fanno". Questo sarebbe "un cacciavite messo nella vite giusta".

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