Enac blocca a terra Moonbird, l’aereo della Sea Watch che avvista i migranti in difficoltà in mare
"Il governo italiano ha chiuso i nostri occhi sul Mediterraneo centrale": con queste parole la portavoce della Ong Sea Watch, Giorgia Linardi, annuncia un nuovo stop da parte dell'Enac, l'Ente nazionale per l'Aviazione civile, all'elicottero Moonbird, che monitora dall'alto il tratto di mare tra la Libia e il nostro Paese per verificare che non ci siano imbarcazioni alla deriva. "Da venerdì il nostro aereo di monitoraggio civile Moonbird non può più alzarsi in volo da Lampedusa. L'accusa è quella di avere riportato per troppe volte e per troppo tempo la presenza di persone in immediato bisogno di soccorso nel Mediterraneo centrale", ha raccontato la portavoce dell'organizzazione umanitaria.
Quindi l'accusa diretta al governo italiano, ma anche alle autorità a Bruxelles: "Questo governo con la complicità dell'Unione europea vuole che il Mediterraneo centrale diventi un buco nero, che nessuno sia lì per raccontare quello che davvero accade e cioè che le persone vengono abbandonate per ore, quando non per giorni, con la complicità delle autorità europee che come noi le avvistano dal cielo, o vengono riportate illegalmente in Libia, oppure abbandonate finché non spariscono o raggiungono autonomamente le coste di Lampedusa". E infine: "Abbiamo chiesto alle autorità di intervenire ogniqualvolta abbiamo avvistato persone in pericolo, così come prescrive la legge. Questo è quello che le autorità ci contestano".
Dallo scorso giugno, comunicano gli attivisti tramite i canali social, Moonbird ha effettuato 47 missioni e avvistato circa 2.600 naufraghi in pericolo, lanciando appelli alle autorità affinché li soccorressero immediatamente. L'Enac avrebbe notificato il fermo a causa di operazioni di Search and Rescue (Sar, Ricerca e Soccorso) prolungate: un'attività che le navi umanitarie non possono svolgere da sole. Per un'imbarcazione, infatti, risulta pressoché impossibile avvistare eventuali natanti in difficoltà lungo tutta la fascia di mare che separa la Libia dall'Italia, una delle tratte più pericolose che i migranti attraversano nella speranza di arrivare in Europa.