Emilia-Romagna, Salvini a Bibbiano con la mamma di Tommy: “Chi fa male ai bimbi marcisca in galera”
La campagna elettorale per le elezioni in Emilia-Romagna, che si terranno il prossimo 26 gennaio, è alle battute finali, e Matteo Salvini si prepara ai fuochi d'artificio. Questa sera, sul palco di Bibbiano, ha fatto salire la mamma di Tommaso Onofri, il bambino rapito e ucciso nel 2006 a Casalbaroncolo, in provincia di Parma. "Presento Paola, il suo angelo è su e aspetta giustizia".
La cittadina del comizio non è stata scelta a caso, ma è nota alle cronache da mesi per il caso dei presunti affidi illeciti di minori, venuti a galla con l'inchiesta ‘Angeli e demoni'. Il caso è stato cavalcato diverse volte dal Carroccio, per la presenza nella cittadina di un sindaco dem, Andrea Carletti, che nell'inchiesta è coinvolto con l'accusa di abuso d'ufficio e falso, ma per il quale la Cassazione ha revocato l'obbligo di dimora. "Oggi a Bibbiano il microfono non sarà in mano alla politica ma alle mamme e ai papà – aveva annunciato Salvini da Modena in mattinata – E ci sarà anche, mi ha mandato un Whatsapp per dirmelo, la mamma del piccolo Tommy, il bambino di 18 mesi rapito e ucciso da tre bestie e una di quelle bestie è già in permesso premio. Chi fa del male ai bambini deve marcire in galera".
"Un macigno, dopo 14 anni di carcere è uscita per un permesso premio, scontati due terzi della pena, mi auguravo che giudice non li concedesse". La signora Onofri si riferisce appunto alla donna, che faceva parte della banda di rapitori, che ha ottenuto un permesso premio. "Per me i carcerieri sono tre assassini". Paola Onofri, al termine del suo intervento, ringrazia Salvini: "Grazie per avermi dato l'opportunità di sfogarmi".
Il segretario della Lega è accusato di aver strumentalizzato la vicenda, utilizzandola per accrescere i consensi e far recuperare terreno alla candidata leghista in Emilia-Romagna, Lucia Borgonzoni. Intervenuto a Radio Radio, replica così: "Repubblica dice che strumentalizzo il dolore? È la mamma di Tommy che ha chiesto di esserci, non io. E quando c'è una mamma che combatte contro un sopruso, è mio dovere esserci. Repubblica si vergogni e se non sanno le cose, evitino di scrivere inesattezza".