Emilia-Romagna, Baruffi (Pd) a Musumeci: “Mente, i conti sono in ordine. Governo non venga a darci lezioni”
Mentre l'Emilia-Romagna è alle prese con una nuova emergenza maltempo, le dichiarazioni del ministro della Protezione civile Nello Musumeci hanno innescato una forte polemica tra governo e Regione."È la prima volta nella storia che mentre i nostri amministratori sono impegnati in questo momento nel mettere in sicurezza le persone, oltre che le cose, un ministro pensi come prima cosa di fare una conferenza stampa per aprire un conflitto istituzionale di questo genere", dice a Fanpage.it, Davide Baruffi, sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale e responsabile Enti locali del Partito democratico.
Dopo aver espresso perplessità sulla gestione dei fondi pubblici da destinare alla prevenzione dei danni da catastrofi naturali, il Musumeci ha chiarito di non voler cedere alla polemica. "Eppure ha aperto lui un conflitto a freddo e il viceministro che aveva di fianco, prima di fare la conferenza stampa, ha pensato bene di dire che tutti gli amministratori dell'Emilia Romagna si dovrebbero dimettere", osserva Baruffi.
Il dem entra subito nel merito dell'attacco sferrato dal ministro, che ha esortato l'amministrazione a comunicare quante risorse, dei quasi 600 milioni di euro ricevuti in dieci anni, ha speso davvero per far fronte all'emergenze. "La Regione quei soldi, come il ministro sa perché gli vengono rendicontati, li ha programmati e spesi prima e meglio di qualsiasi altra Regione, anche delle più virtuose del paese. Lui ha i dati analitici, se vuole un raffronto può andare a vedere i dati di quando lui era presidente della Regione Sicilia e di come sono stati programmati spesi i soldi quando lui faceva il governatore", ha contrattaccato.
"Sa perfettamente come sono state spese queste risorse perché gli vengono rendicontate dal momento che le risorse per il dissesto idrogeologico sono stanziate dal governo, la pianificazione compete a un'autorità di governo che è l'Autorità di distretto del Po, mentre la programmazione e la realizzazione degli interventi compete alla Regione", spiega. Giacché il Ministero dispone con dettaglio di questi dati, avrà la compiacenza di renderli pubblici e per onorabilità li metterà di fianco a quelle della Regione Sicilia, così capiamo anche se chi sta parlando da ministro in questo momento ha il fisico per venire a dare lezioni. La sua è stata una polemica istituzionale becera", ribadisce.
Sempre nel corso della conferenza stampa, stamane, Musumeci ci ha tenuto a precisare che quanto accaduto nel 2023 non fosse imputabile al governo Meloni, ma piuttosto a ‘ciò che vent'anni prima doveva essere fatto'. "Il ministro dice una sciocchezza, come gli capita spesso", replica Baruffi. "Nessuno qui ha attribuito l'alluvione dell'anno scorso e i danni che ne sono conseguiti al governo Meloni. È una scemenza così grossa che nessuno di noi può averla detta. Anche in questo caso, una polemica totalmente gratuita fatta dalla persona sbagliata, nel momento sbagliato", insiste.
Il sottosegretario passa poi in rassegna le priorità su cui sarebbe opportuno convogliare le energie per fronteggiare questo genere di calamità. "L'evento alluvionale dell'anno passato, come ha chiarito una commissione di esperti, è uno tra i più catastrofici che si sono realizzati nel 2023 a livello globale. Siamo di fronte a un cambiamento inedito e quindi tutto quello che è stato fatto nel corso del tempo, è vero, risulta inadeguato rispetto a un cambiamento climatico di questa portata", ammette. "Quindi bisogna non solo riparare gli argini, i fiumi, le strade, i versanti, ma adattare i nostri interventi a degli eventi di questa scala e di questa portata", spiega.
"Abbiamo rimesso a posto gli argini con le risorse del commissario, ma sono quelli di prima sostanzialmente. Per costruire nuovi invasi, bisogna approvare, finanziare e realizzare un piano speciale di ricostruzione", prosegue. In Regione attendono il via libera al piano da parte del generale Figliuolo, ma Baruffi è sicuro che a Palazzo Chigi "ci metteranno del tempo. È un programma da alcuni miliardi e il governo non ha un euro da picchiare sull'altro", osserva.
E mentre l'Emilia-Romagna è nuovamente sott'acqua, imprese e famiglie sono ancora in attesa dei ristori dell'anno scorso. "Famiglia e imprese, a cui il ministro insieme alla presidente del Consiglio erano venuti a dire, un anno e mezzo fa, cioè nel maggio del 2023: "Ci pensiamo noi, 100% degli indennizzi. Ecco è passato del tempo, ma si figuri se io nel pieno di un'emergenza dove siamo impegnati a salvare le comunità e le vite mi metto in questo momento a polemizzare col Governo sugli indennizzi. Non come ha fatto Musumeci, che ha aperto un conflitto a freddo di questo genere. Tutto questo lo squalifica dal punto di vista istituzionale", conclude.