Ema, Calderoli: “Milano era la soluzione naturale, non un favore. Ci siamo messi a 90 gradi”
"Alla luce di questa sconfitta, a questo punto bisogna chiedersi se non ci sia una sproporzione tra il dare e l'avere. La responsabilità è comunque dell'Europa, alla quale diamo 7 miliardi a fondo perso". Il senatore leghista Roberto Calderoli, contattato da Fanpage.it. ha commentato così la sconfitta di Milano, nel testa a testa finale con Amsterdam per aggiudicarsi la sede dell'Ema, l'Agenzia europea del farmaco che dopo la Brexit dovrà traslocare da Londra. Nemmeno il Pirellone, che sarebbe diventato la nuova sede dell'Agenzia, è riuscito a pesare in modo determinante nella candidatura: un sorteggio ha decretato la vittoria della città olandese. Il capoluogo lombardo ha così perso un indotto stimato in un miliardo e mezzo all'anno.
"Che senso ha avuto aver accettato di essere diventati un ricettacolo di tutti gli immigrati irregolari, e aver trasformato l'Italia in una Calais? Accettiamo regole stringenti imposte dall'Europa, che addirittura ci dicono quale diametro debbano avere i piselli o quale debba essere la curvatura delle banane, quando poi l'unica cosa che avrebbero potuto darci in cambio ce la negano con un sorteggio?". È amareggiato Calderoli e non si trattiene: "Europa vaffanculo. Ma la colpa è anche del governo che non ha trovato i voti per vincere l'Italia".
Gli chiediamo cosa si sarebbe potuto fare nelle trattative e in accordi costruiti in questi anni per ottenere un esito diverso e quale sia oggi la considerazione di cui l'Italia gode in Europa: "Monti ha creato accordi con l'Europa e ha devastato l'Italia. Sicuramente noi veniamo considerati in Europa i parenti poveri, paghiamo per non ricevere nulla. L'Ema era la soluzione naturale in una città che, non solo a livello italiano ma anche internazionale, ha una marcia in più in termini di produzione e di ricerca. Non doveva essere un favore. Invece ci hanno dato anche un bel calcio negli stinchi". Ora l'Italia secondo Calderoli dovrebbe riconsiderare i suoi rapporti con l'Europa: "Sicuramente dovremmo interrompere il flusso di risorse, non dando più il nostro contributo economico per l'anno prossimo. Devono venire a cercarci loro. Il coltello dalla parte del manico dobbiamo averlo noi. Basta metterci a novanta gradi. Ogni volta stiamo a discutere le virgole e gli "zeri virgola", ma cosa ci stiamo fare in Europa? Stare in un contesto del genere avrebbe senso solo se avessimo dei vantaggi".
Questo per Milano poteva essere una seconda occasione dopo l'Expo, ci dice, e "Invece per l'ennesima volta abbiamo perso la faccia".