Elly Schlein a Fanpage.it: “Non mi sento di condannare l’invio di armi per la resistenza ucraina”
"Non siamo qui per lanciare né un nuovo partito, né una nuova lista elettorale per il 2023, stiamo creando un luogo per riunire il campo ecologista e progressista". Così Elly Schlein, ai microfoni di Fanpage.it, spiega il senso di "Visione Comune", l'iniziativa organizzata oggi a Roma (al Parco delle Energie) per mettere assieme le forze della sinistra italiana. Presenti in collegamento video i leader di Articolo 1, PD e Movimento 5 Stelle, Speranza, Letta e Conte. Ma 70 tra amministratori locali, attivisti, intellettuali e membri di ong e associazioni per il sociale.
Secondo la vicepresidente dell'Emilia Romagna l'evento serve per "ricomporre le contraddizioni attorno a cose concrete da fare: non c'è ancora una coalizione, ma dobbiamo correre per definire un progetto chiaro". Le lotte da combattere, per Schlein, vanno dal salario minimo all'indipendenza energetica, passando per il congedo paritario e nuove regole per il lavoro digitale.
Durante l'iniziativa si è parlato anche di Ucraina. Secondo la vicepresidente dell'Emilia la frattura tra militarismo e neutralità colpevole nel centrosinistra "si risolve partendo da una cultura di pace: questa non si costruisce con le armi, ma non mi sento di demonizzare chi ha risposto a una richiesta molto specifica che arriva dalla resistenza ucraina". Cosa diversa sarebbe "l'aumento delle spese militari, con l'eventuale difesa comune europea che va fatta per razionalizzare e non accrescere la spesa militare dei Paesi europei".
Schlein, poi, dice la sua anche sull'emergenza profughi da Kiev e dintorni, portando la sua esperienza da amministratrice locale. Secondo lei va "rafforzato il sistema di accoglienza pubblico, perché se ingaggiamo il terzo settore servono servizi di accompagnamento, che sono quello psicologico, quello medico. Quindi serve aumentare le risorse da parte del governo".
Quanto al caro-energia la vicepresidente emiliana si dice contraria alla narrazione secondo cui in questo momento la transizione ecologica se la possono permettere solo i ricchi, mentre lesinare sull'uso di gas e petrolio colpisce di più le classi più povere. "Già oggi– dice- chi sta pagando più alto il costo della mancata transizione sono i più poveri. Dobbiamo fare una conversione ecologica perché non c'è più tempo, ma deve essere fatta giusta, cioè accompagnando l'intera società e si può fare con politiche redistributive. Liberarci dalla dipendenza delle fonti fossili, poi, vuol dire liberarci dai ricatti dei signori delle guerre, che spesso hanno nelle mani quelle fonti".
Barca: "La sinistra deve lavorare sempre per la pace"
Durante l'evento è intervenuto ai microfoni di Fanpage.it anche l'ex ministro per il Sud e coordinatore e coordinatore del Forum Disuguaglianze Fabrizio Barca. Secondo lui "la visione della sinistra non può essere quella di un mondo in guerra, ma bisogna operare per la pace". Con Putin, per Barca, è impossibile stare, mentre sulla questione dell'invio di armi all'Ucraina, glissa: "non è una cosa fondamentale: chiunque ha votato per darle o meno lo ha fatto con la morte nel cuore. Quello che non è possibile è immaginare i prossimi 15 anni come anni di riarmo".
Per questo, secondo l'ex ministro "quando la situazione in Ucraina sarà risolta quello deve diventare un luogo di pace. Alla testa deve tornare quello che era l'accordo tra i Verdi tedeschi e Gorbaciov, con l'idea di trasformare l'intera fascia che era stata dello scontro in una fascia verde". Quanto alla ricostruzione della sinistra, per Barca "se si riparte dai contenuti la convergenza avviene. E bisogna mantenere l'equilibrio tra il non precipitare in nuovi partitini e contemporaneamente offrire interlocuzione quotidiana tra varie parti. Ma oggi ho visto una forte convergenza di strategia".