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Elezioni, verso data unica regionali e comunali il 20 settembre: Regioni e Centrodestra dicono no

Scontro tra governo e Regioni e tra maggioranza e opposizione sull’election day, che il governo vorrebbe fissare le giornate del 20 e 21 settembre. “Le date sono coerenti con le raccomandazioni formulate dal Comitato Tecnico Scientifico e al contempo cercano di assicurare le corrette condizioni di svolgimento democratico delle competizioni elettorali”, ha spiegato il sottosegretario Variati.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il governo punta a indire le elezioni, slittate per la pandemia, il prossimo 20 e 21 settembre, non più il 13 e 14 dello stesso mese, per lo svolgimento delle elezioni comunali e regionali e per il referendum per il taglio dei parlamentari. Lo ha spiegato ieri sottosegretario all'Interno Achille Variati,  intervenendo in commissione Affari costituzionali della Camera: "Le date del 20 e 21 settembre per un possibile Election Day sono l'ipotesi al momento più probabile, ma su cui non è stato ancora raggiunto un accordo con le Regioni. Le date del 20 e 21 settembre sono coerenti con le raccomandazioni formulate dal Comitato Tecnico Scientifico e al contempo cercano di assicurare le corrette condizioni di svolgimento democratico delle competizioni elettorali. Come ho detto intervenendo in Commissione, si tratta della proposta su cui il Governo sta dialogando con le Regioni. Vedremo se su questa opzione emergerà l'accordo che tutti auspichiamo". Le date sono state proposte dopo una riunione che si è svolta ieri a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione di maggioranza, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese e il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia.

La proposta però non piace né alle Regioni né all'opposizione. E la mancata mediazione porta a uno stallo che rallenta l'esame in commissione Affari costituzionali della Camera del decreto Elezioni, il provvedimento con cui il governo proroga di tre mesi i presidenti attuali delle Regioni e rinvia in autunno le elezioni comunali, indicando una finestra elettorale entro cui chiamare i cittadini alle urne che va dal 15 settembre al 15 dicembre. Così i lavori alla Camera riprenderanno oggi alle 14, con il voto sugli emendamenti, mentre l'approdo in Aula è previsto per domani.

"Leggiamo le dichiarazioni del rappresentante del Governo che parla di accordo tra esecutivo e Regioni sulla data del voto il 20 settembre, ma in realtà – hanno detto ieri i governatori Bonaccini e Toti – non c'è stato alcun accordo formale. Cinque delle sei Regioni chiamate alle urne avevano indicato ufficialmente altre date: il 26 luglio, il 6 settembre o al massimo il 13 settembre". Quindi  "il 20 settembre è una data che non era ricompresa tra quelle indicate, che peraltro impedisce la riapertura di un anno scolastico, già di per sé molto difficile. Inoltre si tratta di una data a ridosso di ottobre, mese nel quale, stando alle relazioni del Comitato tecnico-scientifico del Governo, potrebbe riproporsi il Covid". La data del 20 settembre, osservano ancora Bonaccini e Toti, "cade ben quattro mesi dopo la scadenza naturale delle legislature regionali", così "mentre i cittadini stanno ormai tornando a una vita normale, agli stessi viene impedito per quattro mesi di votare. La decisione del Governo va contro ogni pronunciamento delle Regioni su una loro specifica competenza. Chiediamo una riunione urgente della Conferenza Stato-Regioni per ripristinare un leale dialogo tra le istituzioni su un tema così delicato", hanno detto.

Per Forza Italia la data del 20 potrebbe invece arrecare danni alla stagione turistica, con la raccolta di firme in piena estate, per cui sarebbe meglio spostare tutto a ottobre. Per le elezioni regionali "spero non si voti il 20 settembre, ma almeno il 27. Penso che votare il 20 sia una forzatura. Credo che la maggioranza stia cercando di capire come favorirsi con la data delle Elezioni. Un governo normale queste cose non dovrebbe farle. Continuo a dire che la prima data utile sia il 27. Ci sia il tempo di fare una campagna elettorale che metta tutti nelle stesse condizioni e non favorisca chi ha ruoli istituzionali e non credo che sia il momento per creare altri danni a settori come per esempio quello turistico", ha detto anche leader di FdI, Giorgia Meloni, a Radio 24.

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