Nel giorno del clamoroso risultato del ballottaggio di Napoli, con il trionfo di Luigi De Magistris; nel giorno della storica affermazione di Giuliano Pisapia a Milano, nel cuore del berlusconismo; nel giorno dei successi dei candidati del centrosinistra a Trieste, Cagliari e finanche ad Arcore, ecco arrivare conferme del trend negativo della maggioranza parlamentare anche dal secondo turno delle elezioni provinciali 2011. Come forse ricorderete, oggi e ieri si è votato per eleggere 6 Presidenti di provincia, con sfide anche di notevole interesse.
A partire dalla Provincia di Trieste, dove la Presidente uscente Maria Teresa Bassa Poropat è riuscita, malgrado un'atmosfera di grande tensione e qualche (vecchia) ruggine all'interno del centrosinistra, a cogliere un grande risultato imponendosi sull'avversario Giorgio Ret con il 58,7% dei consensi. Successo forse inaspettato per il centrosinistra anche a Pavia, con Bosone che ha sconfitto sul filo di lana Invernizzi, che al primo turno aveva riportato un consistente numero di consensi. Successo anche per Pastacci a Mantova, con il 57% dei votanti che lo ha preferito a Fava, che non è riuscito ad ottenere la fiducia degli elettori in una piazza cruciale per gli "equilibri del Nord".
Discorso simile anche a Macerata, con la "larga alleanza" di Antonio Pettinari (Partito Democratico, Unione di centro, Italia dei valori, Alleanza per l'Italia) che ha consentito al centrosinistra di conquistare la provincia marchigiana. Il centrodestra si consola con la vittoria sul filo di lana di Carlo Riva Vercellotti a Vercelli, con il 50,9% dei consensi rispetto al 49,1% del saentore Luigi Bobba, sostenuto dal centrosinistra. Più netto il successo nella provincia di Reggio Calabria, con Giuseppe Raffa che ha battuto il democratico Giuseppe Morabito con il 52,7% dei consensi e completa la "filiera" Comune – Provincia – Regione. Insomma, anche le elezioni provinciali testimoniano una netta inversione di tendenza e segnalano un inequivocabile calo dei consensi del centrodestra, "punito" anche per alcune scelte a livello locale certamente discutibili e soprattutto per una conduzione della campagna elettorale lontana dalle aspettative dei cittadini.