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Elezioni regionali nel giorno in cui il patrono diventa Santo: battaglia in Calabria

La conferenza episcopale attacca la politica: “ai cattolici che saranno a Roma per celebrare san Nicola Saggio sarà negato il diritto al voto.” Respinta anche la richiesta di un seggio speciale per i pellegrini nella Capitale.
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I vescovi calabresi contro la politica, proprio come don Camillo e Peppone
I vescovi calabresi contro la politica, proprio come don Camillo e Peppone

I vescovi calabresi sono infuriati per la decisione di svolgere le elezioni regionali il prossimo 23 novembre: lo stesso infatti, in piazza San Pietro a Roma, papa Bergoglio proclamerà la santità del beato Nicola Saggio dei Frati Minimi di San Francesco da Paola.  “Nonostante i ripetuti interventi e sollecitazioni – si legge in un durissimo comunicato stampa dell’episcopato calabro – di cambiare la data, le autorità hanno ritenuto di rimanere fermi nella loro decisione che impedisce a tanti cittadini calabresi di poter esercitare il proprio diritto di voto, in quanto presenti a Roma in quel giorno alla canonizzazione del calabrese Nicola Saggio”. I vescovi lo danno per scontato: migliaia di cattolici calabresi, dovendo scegliere tra il sacro ed il profano, tra la visita a Roma e quella ad un seggio di Catanzaro o Crotone, tra i candidati alla presidenza ed al consiglio regionale e l’umile fraticello che salirà agli onori degli altari, sceglieranno le prime opzioni senza battere ciglio. In un momento in cui tanto si discute della laicità dello Stato italiano, la polemica che sta montando in Calabria non può che ricordare i dissidi tra Peppone e don Camillo raccontati dalla straordinaria penna di Giovanni Guareschi.

Scontro sul Beato Nicola Saggio

Sono dunque caduti nel vuoto tutti gli appelli effettuati nelle scorse settimane “al buon senso dei politici calabresi, affinché la data delle prossime elezioni regionali sia rivista e non coincida con la canonizzazione del beato Nicola Saggio”. A nulla è valso anche far notare, come avevano fatto i frati minori, che “la canonizzazione non è solo un evento religioso ma un evento culturale, sociale e storico per la Calabria”. Anche il Comune di Longobardi, città natale del futuro santo, aveva chiesto alla presidente facente funzione Antonella Stasi di rinviare le consultazioni elettorali. Tutto inutile.  Bocciata anche la richiesta, effettivamente sui generis, di istituire un seggio elettorale speciale a Roma utilizzabile esclusivamente dai pellegrini calabresi.

Per i cattolici calabresi il 23 novembre sarà, comunque, un giorno di grande festa: il processo di canonizzazione del beato Nicola Saggio, infatti, è cominciato quasi tre secoli fa, nel 1716 e da secoli, ormai, il Papa non proclamava un calabrese santo. Alla politica, dunque, l’episcopato non le manda a dire. L’assemblea dei vescovi, riunitisi negli scorsi ha, infatti, anche annunciato la redazione di una nota pastorale sull’impegno della Chiesa a “sostegno della soluzione di annosi problemi della nostra Regione, quali il mancato sviluppo, il vuoto politico che la caratterizza e il cancro della ‘ndrangheta.” Un documento che arriverà sul tavolo del successore dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti.

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