Elezioni politiche, nei programmi le proposte sulle tasse a giovani e dipendenti sono disordinate
Nei programmi elettorali dei partiti che sono in corsa per le elezioni politiche del 25 settembre, tra le cose che mancano c'è una proposta sistemica di intervento sulle tasse, cioè di riforma fiscale. Lo scorso tentativo di riforma ha diviso per mesi la maggioranza del governo Draghi, ma è finito su un binario morto con la caduta dell'esecutivo. Oggi, nei programmi, tutti parlano di tasse ma nessuno sembra avere una visione d'insieme. Ecco cosa propongono i partiti, specialmente per quanto riguarda le imposte rivolte a giovani e lavoratori dipendenti.
Tutti d'accordo a ridurre il cuneo fiscale, ma come?
Innanzitutto, quasi tutti propongono un taglio del cuneo fiscale, cioè della differenza tra quanto un datore di lavoro mette nella busta paga (lo stipendio lordo) e quanto il dipendente riceve (lo stipendio netto). Forza Italia lo propone per i dipendenti con redditi fino a 35mila euro, mentre la Lega immagina di ridurre il cuneo del 10% all'anno per 10 anni e Fratelli d'Italia non specifica in che modo vuole diminuirlo.
Dall'altra parte, il Partito democratico propone di tagliare le tasse per lavoratori dipendenti e assimilati fino ad aumentare gli stipendi netti di una mensilità. Il Terzo polo di Azione e Italia viva, al contrario, propone di abbassare le imposte alle imprese che decidono di pagare una mensilità in più ai propri dipendenti, detassando quello stipendio aggiuntivo. Il Movimento cinque stelle parla genericamente di taglio del cuneo fiscale, invece.
Dalla flat tax alla patrimoniale, ecco i piani sull'Irpef
Per quanto riguarda le proposte più generali, specialmente relative all'Irpef, cioè all'imposta sul reddito, la flat tax resta il cavallo di battaglia dei partiti di centrodestra. Verrebbe attuata in modo diverso a seconda del singolo partito che la propone, con diverse fasi intermedie. Alla fine, Lega e Forza Italia vorrebbero arrivare a una flat tax per tutti, mentre Fratelli d'Italia la estenderebbe solamente alle partite Iva fino a 100mila euro di reddito e sugli incrementi di reddito, cioè sull'eventuale reddito ‘in più' guadagnato rispetto al reddito massimo degli anni precedenti.
Nel centrosinistra, il Partito democratico vorrebbe ridurre i prelievi sui redditi medio-bassi. L'alleanza Sinistra-Verdi propone di alzare il reddito minimo su cui si pagano le tasse a 12mila euro – oggi è 8mila, e anche il centrodestra propone di alzarlo – e introdurre una tassazione progressiva che arrivi a imposte del 65% sopra i 10 milioni di euro di reddito. Il Terzo polo vorrebbe tassare allo stesso modo il lavoro dipendente e autonomo e prevedere specifiche detassazioni per gli under 30.
Per quanto riguarda la famiglia e l'occupazione femminile, il centrodestra punta soprattutto sulle agevolazioni per le famiglie numerose. La Lega propone persino l'esenzione a vita dall'imposta sui redditi per le donne con almeno 4 figli. Il Pd, invece, afferma di voler introdurre un regime agevolato per il secondo percettore di reddito in famiglia, così da favorire l'ingresso delle donne nel mondo del lavoro.
Sul discusso tema della tassa patrimoniale, infine, il centrosinistra si divide: Sinistra e Verdi propongono un'imposta progressiva che si calcoli su tutti i beni mobili e immobili, mentre il Pd si allontana dall'idea di patrimoniale e si concentra su una tassa di successione per i patrimoni sopra i 5 milioni di euro. Il centrodestra, invece, condanna ogni patrimoniale, "nuova o mascherata".
Per quanto ci siano importanti differenze nei vari programmi, come già osservato, un punto in comune è la mancanza di coperture. Ovvero, per le varie agevolazioni fiscali presentate, la maggior parte dei programmi non indicano dove intendono prendere i soldi per realizzarle.