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Elezione giudici Consulta, si sblocca lo stallo: nominati Marini, Cassinelli, Luciani e Sandulli

È in corso la votazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione dei quattro giudici della Corte Costituzionale mancanti. C’è l’accordo sui quattro nomi: sono Massimo Luciani, Francesco Saverio Marini, Maria Alessandra Sandulli e Roberto Cassinelli.
A cura di Annalisa Cangemi
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AGGIORNAMENTO: Dopo molteplici rinvii e fumate nere, per l'elezione dei quattro giudici della Consulta è arrivata la svolta. Dopo mesi di trattativa è stato raggiunto l'accordo tra maggioranza e opposizione sui quattro giudici di nomina parlamentare mancanti e la votazione di questa mattina ha avuto esito positivo.

Il poker di nomi, come era trapelato nelle scorse ore, è quello composto da Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Meloni a Palazzo Chigi, in quota FdI, ‘padre' della riforma del premierato; Roberto Cassinelli, avvocato 69enne genovese, già deputato e senatore azzurro con Silvio Berlusconi in quota FI, che ha prevalso su Gennaro Terracciano e Andrea Di Porto; Massimo Luciani, professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico a ‘La Sapienza' per il Pd, e Maria Alessandra Sandulli, professoressa ordinaria di diritto amministrativo all'Università di Roma Tre, figura ‘tecnica' avanzata dalle opposizioni e condivisa dalla maggioranza, il cui nome già nel 2014 era finito nella rosa dei possibili candidati per la Consulta Il Parlamento in seduta comune si è riunito oggi alle 9.30 per la votazione. Senatori e deputati hanno votato in mattinata, e dopo lo scrutinio delle schede da parte dei segretari di presidenza, presso la sala dei ministri, a Montecitorio, sono stati comunicati i risultati. Per essere eletti era necessaria la maggioranza dei 3/5 dei componenti, pari a 363 voti.

L'accordo su Sandulli sarebbe avvenuto dopo una trattativa tra Meloni e i leader del centrosinistra Schlein e Conte, che avrebbe sbloccato l'impasse. "Abbiamo trovato un accordo, siamo finalmente giunti a una soluzione. Alla fine noi avevamo le idee più chiare delle forze di maggioranza che sono arrivate all'ultimo", aveva detto questa mattina il presidente del M5s, Giuseppe Conte, arrivando alla presentazione di un libro a Roma.

Proprio ieri si è tenuto un vertice di maggioranza, tra i leader, in cui, oltre ai dossier più caldi si è discusso anche della votazione della Consulta, dopo diversi solleciti da parte del Quirinale, che da tempo faceva pressioni affinché i parlamentari trovassero una soluzione rapida.

Al vertice di maggioranza non si è discusso solo della necessità di ricostituire il plenum della Consulta. Ha tenuto banco la riforma dei medici di famiglia, che dovrebbe servire anche a far partire le Case di comunità, previste dal Pnrr. Sul punto i leader del centrodestra sono divisi. Da una parte Forza Italia ha detto no alla riforma della Medicina generale presentata da Schillaci, che dovrebbe prevedere la trasformazione dei medici di famiglia in dipendenti del Ssn. La Lega invece sarebbe favorevole.

Nella riunione di ieri si è discusso anche del dossier Albania, e del provvedimento che dovrebbe cambiare la destinazione d'uso dei centri albanesi, rendendoli dei Cpr (le strutture in questo momento svolgono solo in via residuale la funzione di centro di permanenza per il rimpatrio). A breve si attende la pronuncia della Corte di giustizia Ue sui Paesi sicuri e la nuova direttiva europea rimpatri. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi al question time di ieri ha parlato di "soluzioni in grado di superare gli ostacoli sinora incontrati, consentire la piena funzionalità e sviluppare le notevoli potenzialità di utilizzo delle strutture in Albania che fanno parte di un impianto polivalente".

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