Elezioni Europee, sondaggi: “I partiti anti Ue al 30%”
Alle prossime elezioni europee 2014 le formazioni antieuropeiste e populiste che si sono candidate nei vari Paesi membri per la prima volta potrebbero fare il pieno di voti. Secondo un'analisi pubblicata dal Think Tank inglese Open Europe basata sulle proiezioni di Vote Watch Europe, infatti, i partiti euroscettici potrebbero sfondare il muro del 30 per cento delle preferenze e ottenere quindi 218 seggi sui 751 totali del Parlamento Europeo. Nel dettaglio, i sondaggi sulle intenzioni di voto nelle elezioni europee 2014 indicano che partiti anti Ue come la destra di Marie Le Pen in Francia, i populisti anti-immigrati di Gert Wilders in Olanda, gli indipendentisti dell'Ukip in Gran Bretagna, ma anche il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo in Italia sono pronti ad accaparrarsi oltre il 31% dei voti rispetto al 21 per cento delle scorse elezioni europee. Ovviamente all'interno di questo insieme ci sono partiti molti distanti tra loro per formazione e idee politiche, ma che provano l'insoddisfazione degli europei per le politiche della comunità negli ultimi anni e potrebbero rappresentare una seria spina nel fianco della commissione europea.
Le analisi su questa situazione restano però discordanti. In molti considerano l'exploit delle formazioni politiche anti Ue alle elezioni europee 2014 solo un naturale riequilibrio degli antieuropeisti a discapito delle formazioni più moderatamente anti-europeiste presenti nel nord Europa. In seno al Parlamento questa situazione potrebbe portare alla sparizione del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia (Efd) a favore di un nuovo gruppo di partiti di estrema destra tra cui la Lega Nord e il Fronte Nazionale. In ogni caso ci sarebbe ancora spazio per una solida maggioranza con i più grandi partiti europei, il Partito Popolare e i Socialisti, che potrebbero cercare spesso accordi dietro le quinte in modo da mantenere lo status quo.
