Elezioni europee, Scuderi: “Gli agricoltori non protestano contro le politiche green, la destra mente”
Non ce l’ha fatta per pochissimo Benedetta Scuderi, co-portavoce della Federation of Young European Greens (la giovanile degli Europeans Greens), in corsa per le ‘primarie’ dei Verdi europei, in vista del voto per le elezioni europee di giugno. Al Congresso degli European Greens, in corso al Palazzo dei Congressi di Lione, sono stati scelti i due ‘spitzenkandidaten’, che saranno il volto della campagna elettorale dei Verdi: si tratta della tedesca Terry Reintke e dell'olandese Bas Eickhout (candidato già nel 2019 in coppia con Ska Keller), che ora sono i candidati di punta per il vertice delle istituzioni europee, Commissione e Parlamento. Oltre a Scuderi, arrivata terza, era in partita anche Elina Pinto, proposta dai verdi lettoni.
"I due candidati che abbiamo scelto sono dei profili politici incredibili, fortissimi, che hanno fatto un lavoro veramente straordinario in Parlamento. Per noi Verdi quello degli ‘spitzenkandidaten' è ancora un sistema di democrazia, noi effettivamente vogliamo proporre quei nomi alla presidenza della Commissione, non facciamo come i conservatori che invece poi propongono gli esterni", ha spiegato Benedetta Scuderi ai nostri microfoni subito dopo il voto.
"I partiti hanno sentito la necessità di esprimere dei nomi che avevano già un bagaglio di esperienza all'interno del Parlamento. La mia candidatura era un po' di rottura, volevamo dare un segnale al partito, a livello nazionale, e dare un segnale ai giovani", ha aggiunto. La giovanile degli Europeans Greens ha spinto molto infatti affinché questa volta ci fossero candidature giovani in posizioni eleggibili, preferibilmente giovani donne. E così era stata scelta lei, un"outsider', 32enne, donna, del Meridione, campana, che sarebbe stata la prima candidata di punta dei Verdi Europei del Sud. La sua forza trascinante e il suo entusiasmo potranno comunque avere un peso determinante in Italia per la campagna elettorale di Avs per le europee dell'8 e 9 giugno.
"La cosa che ci sta dando l'energia, che mi sta dando l'energia, è vedere tutti questi volti giovani, tutte queste giovani donne, persone LGBT, che sono con noi, che sono candidati e che traggono tanta energia da tutto quello che stiamo facendo e abbiamo fatto come Giovanni Verdi, come Europa Verde e come Sud Europa. Questo è un grandissimo risultato che dobbiamo portare in Italia con coraggio".
"Voglio usare questa visibilità per il progetto ecologista in Italia – ha aggiunto a Fanpage.it – Il mio obiettivo è lavorare per far sì che i Verdi italiani tornino al Parlamento europeo, che entrino nei Greens/EFA, che siano rilevanti di nuovo in Europa. La mia candidatura è servita anche a questo. Noi abbiamo una delegazione molto più grande rispetto a quella che avevamo prima, perché siamo entrati in Parlamento. Facendo un buon risultato alle europee, che sono certa che faremo, avremo un altro peso anche all'interno del Parlamento europeo. Mi impegnerò per far crescere il progetto ecologista, di Europa Verde e di Alleanza Verdi Sinistra in Europa e ovviamente nel contesto nazionale", ci ha detto Benedetta Scuderi. "Il mio obiettivo è soprattutto portare all'interno del discorso politico italiano lo spirito europeo. Non siamo come Meloni e Salvini, che sono affiliati a gruppi europei, ma non hanno una famiglia europea di riferimento".
"La protesta degli agricoltori non è contro le politiche ecologiste"
La possibilità di coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale è una delle sfide che l'Ue si trova ad affrontare, e sarà un tema centrale anche per i prossimi anni. Secondo Benedetta Scuderi i conservatori e i sovranisti stanno ora soffiando sul fuoco cavalcando le proteste degli agricoltori, facendo credere che i trattori stiano bloccando le autostrade per opporsi alle politiche ecologiste: "In realtà questa è una protesta contro le politiche di destra", questa narrazione distorta è una sorta di "‘blackwashing'. La maggioranza vuole accendere i riflettori solo su uno dei punti delle proteste, che non è neanche il principale, cioè la richiesta da parte dell'Ue di non utilizzare una parte del proprio terreno per un certo periodo di tempo".
Scuderi si riferisce alla norma, molto contestata, che obbliga chi possiede una superficie superiore a 10 ettari a lasciare a riposo almeno il 4% del proprio terreno. La misura avrebbe dovuto entrare in vigore nel 2024, ma la Commissione ha ceduto alle proteste e ha deciso di posticipare al 2025 l'entrata in vigore. Per Scuderi questo è un sistema che penalizza i piccoli agricoltori, ma se questi riuscissero ad avere dei profitti "giusti" nessuno si opporrebbe alla transizione e alle politiche verdi.
"Ma gli agricoltori – ha continuato Scuderi – con quello che paga la Grande distribuzione non riescono a coprire i costi, che sono sempre più alti. E chi ha fatto queste politiche di supporto alle multinazionali è proprio la destra. La Politica Agricola Comune, che è quella che sta uccidendo gli agricoltori, visto che dà le sovvenzioni principalmente alle grandissime multinazionali, all'agricoltura intensiva, è stata votata dalla destra".
L'ultima riforma della PAC, strumento attraverso cui l'Ue regola i sussidi destinati al settore, subordinandoli però ad alcuni ‘paletti' ambientali, e che ora gli agricoltori chiedono di cambiare, è stata infatti approvata nel 2021 con il voto favorevole della delegazione di Fratelli d’Italia-ECR. Secondo Scuderi la protesta degli agricoltori va però "ascoltata", alla luce anche del concetto di ‘Green and Social Deal', uno dei punti del manifesto degli European Greens, che sarà approvato nelle prossime ore, attorno a cui ruoteranno le proposte legislative dei Verdi.
Cosa è il ‘Green Social Deal'
"Con il ‘Green and Social Deal' vogliamo andare oltre il ‘Green Deal' – ha spiegato Benedetta Scuderi – Il Green Deal prevedeva un processo di transizione green molto serrato, assicurando comunque delle politiche sociali. Noi oggi vogliamo dire che le politiche sociali devono essere sempre più interconnesse con la transizione. Non significa mettere da parte il green, ma per ogni politica green andrà verificato anche l'impatto sociale, dovrà essere amplificato l'effetto positivo e minimizzato quello negativo".
Il manifesto dei Verdi per le europee 2024
Alla chiusura dei lavori del congresso sarà quindi approvata la versione finale del manifesto dei Verdi europei, che contiene l'accelerazione della transizione verso le rinnovabili e l'obiettivo del raggiungimento della piena neutralità climatica entro il 2040. Salvo sorprese dell'ultimo minuto – i verdi tedeschi, soprattutto per rispondere a pressioni interne, hanno chiesto lo slittamento della piena neutralità climatica al 2045 – la versione definitiva del documento dovrebbe contenere "un piano chiaro per l'eliminazione totale dei combustibili fossili": addio al carbone entro il 2030, al gas fossile entro il 2035, e al petrolio entro il 2040. Si legge nel testo:
L’Europa ha bisogno di un piano per eliminare gradualmente tutti i sussidi ai combustibili fossili entro il 2025, e tutti gli altri sussidi dannosi per l’ambiente entro il 2027 al più tardi.
Il manifesto, che Fanpage.it ha avuto modo di visionare, è di 40 pagine, suddiviso in tre capitoli: ‘Il coraggio di mettere il pianeta e le persone al primo posto: il nostro impegno ecologico Patto sociale per l’Europa'; ‘Il coraggio di opporsi all’estrema destra – Per un'Europa della democrazia, del femminismo e dei diritti umani'; ‘Il coraggio di assumersi la responsabilità: costruire un'unione di Sicurezza, pace e giustizia globale'. Quest'ultimo segna una svolta ed evidenzia una discontinuità rispetto alle posizioni sulla sicurezza e sulla difesa espresse dai Verdi europei cinque anni fa, nel manifesto del 2019. Il mutato scenario internazionale, la guerra in Ucraina, il conflitto tra Israele e Palestina, spingono ora i Verdi europei a un'evoluzione verso un approccio più pragmatico, tenendo conto del fatto che nessun Paese può affrontare da solo le minacce alla sicurezza: la cooperazione per la sicurezza globale e il rafforzamento delle capacità diplomatiche dell’Ue non possono essere messe in secondo piano. Nel documento si legge:
Nel mondo di oggi, crediamo che l’Unione Europea debba essere un attore forte. L’UE esiste ed è sempre stata stato un progetto di pace. Dobbiamo essere in grado di difendere la sicurezza dell’UE, la pace e i valori universali.
In questa prospettiva l'idea dei Verdi europei è di rafforzare sempre più il servizio diplomatico dell’UE (SEAE) – come "forza per una diplomazia veramente transnazionale in grado di combattere l'impunità e costruire la riconciliazione e una pace duratura" – e di cooperare maggiormente con la NATO:
Per l’UE, un approccio multilaterale comprende anche il rafforzamento e l’approfondimento della cooperazione con la NATO, pur rispettando una chiara divisione delle competenze e senza stabilire precedenze. Gli Stati membri decidono autonomamente in merito all’adesione alla NATO.
Sull'Ucraina la posizione dei Verdi europei resta quella di dare supporto a Kiev, per tutto il tempo necessario, mentre sul conflitto in Medio Oriente si vuole puntare sul rilancio dei negoziati politici per una soluzione a due Stati. È inevitabile che in un quadro geopolitico così complesso emergano anche le posizioni diverse che i Paesi membri esprimono in politica estera, con le loro differenti esigenze.
"Abbiamo delle anime in Europa che hanno delle storie, delle esperienze così diverse che è difficile a volte tenerle insieme – ha spiegato Benedetta Scuderi – Noi abbiamo dentro una parte di Verdi che vengono dai paesi dell'Est, che ovviamente hanno un rapporto con la Russia difficilissimo. Così come abbiamo i Paesi del Sud Europa che hanno una grande storia di pacifismo, difficile da conciliare con chi invece ha alle porte un dittatore con le armi nucleari che fa continue minacce". Questo, secondo la co-portavoce Federation of Young European Greens, non decreta la fine dei partiti paneuropei, ma deve essere l'inizio di un modo diverso di fare politica, basata di più sull'ascolto tra Paesi. È in quest'ottica che la Federation of Young European Greens ha proposto una difesa unica europea, che sia meno "guerrafondaia" e più "democratica".