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Elezioni Europee, Picierno (Pd): “La nuova Europa riconosca la Palestina e aiuti l’Ucraina”

La vice presidente uscente del parlamento europeo a Fanpage.it affronta i temi della politica estera europea e delle proposte dei democratici e progressisti sulle guerre e sulle migrazioni.
Intervista a Pina Picierno
Candidata Pd, Italia Meridionale
A cura di Antonio Musella
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Pina Picierno è la vice presidente del parlamento europeo ed è candidata con il Partito Democratico alle prossime elezioni dell'8 e 9 giugno nella circoscrizione Italia Meridionale. Tra le figure più importanti della delegazione del Pd in Europa e del gruppo del Partito Socialista Europeo, la Picierno in questa intervista a Fanpage.it affronta i temi legati soprattutto alla politica estera dell'Unione ed ai dossier definiti "divisivi" come quello sull'accoglienza e le migrazioni e sulla politica estera comune dell'Unione.

In questi anni abbiamo visto una progressiva perdita di peso politico diplomatico dell'Europa, come si può recuperare questo ruolo?

Non ci può essere un peso politico nel mondo senza una politica estera unitaria. Vediamo che i leader dei 27 Stati membri vanno ognuno per conto proprio, con politiche estere diverse e spesso senza nemmeno concordarlo. Non può più funzionare così, non si può più andare avanti in questo modo. L'Europa ha bisogno di esercitare un peso politico e diplomatico in un mondo molto diverso da 20 anni fa, un mondo che vede la guerra ritornare all'interno dei nostri confini, è un mondo che fa paura. Io non smetto mai di ricordare che l'Unione Europea nasce proprio come un antidoto contro la guerra.

Per costruire vie di pace, cosa può fare l'Europa per l'Ucraina e la Palestina?

Innanzitutto l'Europa deve continuare a fare quello che sta facendo, cioè sostenere convintamente in maniera determinante l'Ucraina, perché nel caso dell'Ucraina si sono messe in discussione le regole che ci siamo dati, quelle del diritto internazionale. Se noi accettiamo che si possono modificare i confini di uno Stato con i carri armati, allora noi stiamo facendo un pauroso passo indietro. Nel caso della drammatica vicenda di Gaza, io ho sempre sostenuto che Netanyauh è una parte del problema, lo dico senza giri di parole. Noi non dobbiamo confondere Netanyauh con il popolo israeliano, che anche in questi giorni, nelle piazze, ci sta mostrando di essere qualcosa di profondamente diverso. La soluzione che abbiamo davanti resta quella dei due popoli, due Stati. Noi come democratici e progressisti ci battiamo per questa soluzione.

Lo ha fatto Sanchez in Spagna, crede che anche l'Italia e gli altri governi debbano riconoscere la Palestina?

Secondo me si, alla luce di quello che sta accadendo, sarebbe un segnale davvero forte.

Per la prima volta c'è stato uno scandalo senza precedenti al parlamento europeo quello del Qatargate. Corruzione, mazzette, parlamentari europei, crede che ci sia una questione morale in Europa?

La questione morale esiste in politica in generale, da Bruxelles a Napoli. Esiste dappertutto. E' evidente che quella vicenda ci ha detto che c'è un problema, ma diciamo che avevamo avuto un po' di sentori, non ci voleva il Qatargate. Rispetto alla vicenda specifica però, mi sento di dire che il parlamento europeo ha dimostrato di avere degli anticorpi. Tutto quel giro di corruzione e di pressione era stato messo in piedi per condizionare l'operato del parlamento europeo, ed invece non è successo nulla, non ci sono riusciti.

In Europa abbiamo alcuni modelli di governance autoritaria, come quella di Orban, secondo lei la proposta di premierato della Meloni va nella stessa direzione del modello Orban?

Io credo che c'è il rischio che vada nella stessa direzione di Orban. Chiaramente come democratici e progressisti siamo impegnati per fare in modo che questo non accada. Non permetteremo in alcun modo che nel nostro paese si possano riportare indietro le lancette dell'orologio della storia. Il nostro è un paese che ha vissuto la tragedia dei governi autoritari e delle dittature vere e proprie.

Nella votazione sul patto europeo migrazioni e asilo il Pd ha votato contro, come pensa che l'Europa debba affrontare questo tema nei prossimi anni?

Io ho votato contro sì, come credo tutta le delegazione del Partito Democratico e quasi tutta quella del Partito Socialista Europeo. Ho votato contro perché in quella proposta, che era un compromesso chiaramente, non veniva citata nemmeno una volta la questione della ricerca e del salvataggio in mare dei migranti, e questa cosa è inaccettabile per chi si definisce essere umano. Io non posso dimenticare le parole del presidente Mattarella, quel bambino a cui spesso Mattarella fa riferimento, posto dalla mamma su un barcone con cucito addosso la pagellina scolastica come garanzia di un futuro migliore. Quel bambino è morto annegato nel Mediterraneo, questa cosa è inaccettabile, come lo è parlare di patto europeo asilo e migrazione e non porsi queste questioni. Questa non è l'Europa, non la mia Europa, l'Europa non può essere fatta di barriere, deve essere come è sempre stata, luogo di incontro. L'Europa è questo, se la costruiamo come una fortezza non è più l'Europa che avevano in mente i padri fondatori e le madri fondatrici, non è più l'Europa di David Sassoli, la nostra Europa. Per questo abbiamo votato contro quel patto e per questo continueremo a batterci perché il tema della ricerca e salvataggio in mare e dell'accoglienza, sia una questione costitutiva e identitaria dell'Europa che noi abbiamo in testa.

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