Elezioni Europee, Lucia Annunziata (Pd): “Una Europa circondata da guerre ha bisogno del Sud”
Lucia Annunziata è la capolista del Partito Democratico per le prossime elezioni europee dell'8 e 9 giugno nella circoscrizione dell'Italia Meridionale. Candidata indipendente, la giornalista sta girando il collegio passando per piccoli e grandi centri del Mezzogiorno con incontri e assemblee direttamente tra i cittadini. In questa intervista a Fanpage.it ha raccontato la sua visione dell'Europa e come proprio il Sud avrà bisogno nei prossimi anni di un legame più stretto e rafforzato con le istituzioni europee.
Lei è la capolista nell'Italia Meridionale, il Sud e l'Europa sono due mondi spesso distanti, oggi quanto il Mezzogiorno ha bisogno dell'Europa?
Il punto è che l'Europa ha delle cose da dare al Sud e il Sud ha delle cose da dare all'Europa. Intanto il Sud può in Europa perorare la causa contro l'autonomia differenziata, perché l'Europa ha un principio che è quello di coesione, che è l'equivalente del principio di uguaglianza. La seconda cosa che interessa molto, e credo che su questo il Sud ci stia ancora pensando, è che con queste guerre si è molto militarizzato lo scontro e il controllo del mare Mediterraneo, questo significa problemi nei trasporti e nel commercio. Il Sud credo che diventerà sempre più centrale come la seconda porta d'Europa, perché ha un problema di strutture da dare a questa crisi. E poi probabilmente avrà anche altro da chiedere perché se c'è un conflitto che continua, il Sud è in primissima linea.
L'Europa da anche i soldi, lei come giudica l'operato del Ministro Fitto sulla gestione dei fondi di coesione e sulle aspettative che c'erano sui fondi del PNRR?
Come sai io ho scelto di fare una campagna elettorale "pedalata". Posto per posto, incontro su incontro, sui paesi piccoli, su quelli abbandonati e in quelli grandi. In questo grandissimo giro ho trovato traccia, già, di una spesa occasionale fatta con i fondi del PNRR. Che rischiano secondo me, la dico un po' pesante ma Fitto forse deve saperlo, di alimentare solo il clientelismo.
Recentemente è stato approvato il patto europeo sulle migrazioni, nel Pd ci sono stati molti distinguo e anche molte contrarietà, le cosa ne pensa di questo tema?
Io penso che la questione dell'immigrazione è una questione in fieri e nessun accordo, se tu vai a vedere, storicamente è mai rimasto tale. Più che discutere di queste cose, di questi patti, penso che dobbiamo fare un processo cognitivo su quelle che sono le rotte in questo momento ed i posti dove arrivano i migranti. Io non vedo una crisi, te lo dico subito, non arriva più tanta gente, lo dico con altre parole. E' il momento di aprire posti dove si selezionano le persone, si seguono e si fa un'ordinata politica di entrata
Probabilmente mai come in questa fase storica l'Europa ha avuto un peso diplomatico così basso, incapace di indicare e costruire vie di pace, come si recupera un ruolo della diplomazia europea?
Quando parlo di Europa per esempio, mi riferisco ai paesi fondatori, Italia, Francia e Germania, perché sono quelli che danno il là. Se mi permetti, uso una frase un po' irrispettosa, questi paesi hanno fatto la politica dell'armiamoci e partite. Ci è bastato allinearci con la NATO e poi ognuno fa i fatti suoi. I governi civili dell'Europa non hanno educato i cittadini alla guerra, perché la guerra è in casa e sapete una cosa? Non se ne andrà. Ora, visto che è un momento di passaggio e alcuni protagonisti stanno perdendo, è importante proporre un momento di pace. Io credo che il Pd deve fare una grande proposta di pace, che non è la manifestazione e il "siamo tutti pacifisti", ma significa soldi, uomini, diplomatici, premi, strutture, cose che ricostruiscano magari su un punto diverso un meccanismo che si è spezzato.
Lei parla dei paesi fondatori dell'UE che fanno i fatti propri, è un po' un modello caro alle destre quello delle piccole patrie?
Questa suggestione mi è molto cara, sono assolutamente d'accordo.
Lei è una candidata indipendente, ma secondo lei il processo di cambiamento promesso da Elly Schlein a che punto è?
La mia esperienza, e faccio ancora la giornalista, è stata quella di vedere tanti quadri vecchi, ma anche tanti quadri nuovi. Essere giovane ed essere nuova non significa per forza essere diversi, però un po' di sangue sta cambiando. Inoltre devo dirti che il partito è in generale ancora un partito attraversato da grandi tensioni, grandi discussioni, diciamo però che la politica è fatta di questo, il problema sono i punti di caduta, cioè se poi alla fine ci sono dei punti su cui si è d'accordo. E' semplice vivere dentro al Pd? No assolutamente, ma non è semplice vivere all'interno di nessun partito però. Il voto è molto controllato, nel senso che ci sono soprattutto qui al Sud, dei candidati nelle liste con una base elettorale molto grande, molto lunga, è chiaro che la mia scommessa è quella di trovare altri voti, è aggiuntivo. Però se non succede, mi sarò fatta comunque due mesi da Dio, hai capito? E poi scriverò un libro.