Elezioni europee 2019, la sconfitta dell’euroscetticismo populista
L'euroscetticismo non è stato il protagonista di queste elezioni europee, nonostante il gruppo di riferimento della linea critica verso l'Unione europea abbia acquisito qualche seggio in più in queste consultazioni. Il gruppo, rinominato Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (Efdd), è infatti passato dall'avere 48 seggi a occuparne 54. In questi siederanno gli esponenti dei tre partiti di riferimento dell'euroscetticismo e del populismo europeo, il Movimento Cinque Stelle, l'Alternativa per la Germania (Afd) e il Brexit Party.
Il partito di Nigel Farage, secondo cui il Regno Unito debba uscire dall'Unione europea senza un accordo formale e negoziare solo in seguito dei patti commerciali con gli Stati membri dell'Unione, ha ottenuto il maggior numero dei seggi nel gruppo, portando 29 membri britannici dell'Efdd nell'Europarlamento. Il M5S si è invece confermato il secondo partito interno all'alleanza, ottenendo 14 seggi per i propri europarlamentari. Infine, il partito tedesco Afd ha conquistato 11 seggi. Nonostante, come menzionato, la coalizione degli euroscettici abbia lievemente guadagnato terreno in sede al Parlamento di Strasburgo, va anche notato che gli altri partiti della coalizione, che erano stati eletti nel 2014, in questa tornata non sono per la maggior parte riusciti a superare la soglia di sbarramento.
Fra questi, in Repubblica Ceca il Partito dei Liberi Cittadini, che nel 2014 aveva conquistato un seggio all'Europarlamento, quest'anno ha raggiunto solo lo 0,6%. Il partito francese Les Patriotes ha registrato esattamente lo stesso risultato mentre Debout la France è riuscito a guadagnare qualche voto in più, al 3,51%, che però non gli è comunque valso l'ingresso a Strasburgo. Stessa sorte è toccata al lituano Ordine e Giustizia, che con il 2,7% di preferenze è rimasto a casa. KORWiN, il membro polacco della coalizione è arrivato al 4,55% dei voti, ma in Polonia la soglia di sbarramento è fissata più in alto, al 5%, per cui nemmeno questo partito è potuto rientrare nelle fila degli euroscettici a Strasburgo.
"Non sono qui a parlare politichese, per noi le elezioni europee sono andate male", ha commentato il leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ammettendo la sconfitta. Con il 17% dei consensi e circa 4,5 milioni di voti, il 33% raggiunto nelle elezioni politiche dello scorso 4 marzo sembra solo un lontano ricordo. Il partito fondato da Beppe Grillo, in circa un anno, ha perso oltre 6 milioni di voti, per cui due elettori pentastellati su tre hanno rinnegato il Movimento a queste elezioni europee.