Elezioni e referendum, in 185 comuni i seggi elettorali fuori dalle scuole: dove si voterà
Il 14 settembre inizia il nuovo anno scolastico in quasi tutte le Regioni, fatta eccezione per qualcuna che ha anticipato la data e qualche altra che ha invece posticipato il rientro in classe. Il problema è che solo pochi giorni dopo si dovrà di nuovo interrompere le lezioni a causa del voto del 20 e 21 settembre. I cittadini saranno chiamati alle urne per le elezioni regionali, le elezioni amministrative e il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Motivo per cui il Viminale ha chiesto ai comuni se c’era la possibilità di votare in seggi alternativi rispetto alle scuole. A rispondere, però, sono stati solo 185 comuni, soprattutto piccoli, che hanno individuato 520 seggi lontano dalle classi. Numeri comunque bassi, considerando che in totale i seggi sono 60mila.
Ma l’obiettivo della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, è quello di aumentare il numero di seggi fuori dalle scuole entro le elezioni amministrative del 2021, tanto da aver fatto insediare un gruppo di lavoro che ha questo obiettivo da raggiungere. Per quanto riguarda i comuni che hanno inviato la disponibilità di luoghi alternativi alle scuole, saranno poi le prefetture a valutare se gli edifici indicati sono idonei all’esercizio del voto. Di certo vengono esclusi alcuni edifici come le caserme e le sedi di partito perché ritenuti incompatibili.
I 185 comuni in cui si voterà fuori dalle scuole
I comuni che hanno detto sì al voto fuori dalle scuole sono stati 185. Non ci sono grandi città, ma solo piccole cittadine. Il primato va alla provincia di Trento, con 24 comuni che hanno risposto. Seguito da Vicenza (16) e Ancona (13). Nessuna risposta dalle grandi città e sono solo tre i capoluoghi di provincia che hanno risposto e aderito all’iniziativa: Bergamo, Biella e Pordenone.
Elezioni 2020, dove si voterà: i seggi alternativi
A Pordenone i seggi per il referendum costituzionale verranno allestiti nei padiglioni della fiera. A Bergamo, invece, si adotteranno diverse soluzioni: si voterà nel municipio, nei musei, nei centri giovanili e nei centri per anziani. Altra novità di queste elezioni riguarda i seggi speciali allestiti negli ospedali con almeno 100 posti letto: finora il limite minimo era di 200 posti letto, una soglia incrementata per consentire di aprire più sezioni ospedaliere, anche allo scopo di garantire il voto a domicilio per gli elettori in quarantena causa Covid. Si voterà, quindi, con le nuove regole anti-contagio, con gli elettori che per esempio dovranno inserire da soli la scheda nell’urna. Il ministero, inoltre, distribuirà 15,1 milioni di mascherine e 3,4 milioni di guanti, oltre a 315mila litri di gel.