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Elezioni Covid, al via iter proposta legge per voto fuorisede. Brescia: “Possibile ok entro ottobre”

Oggi in commissione Affari costituzionali parte l’iter della proposta di legge Bin-Curreri per il voto dei fuori sede, in vista delle prossime elezioni amministrative e regionali che si terranno ad ottobre. Il percorso di questa legge parte dal basso, grazie all’iniziativa dei ragazzi del Collettivo Valarioti. “Il tempo per approvarla c’è, bastano poche settimane”, assicura il relatore Brescia.
A cura di Annalisa Cangemi
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Alle prossime elezioni regionali e amministrative, che per via dell'emergenza Covid sono state spostate in autunno, tra il 15 settembre e il 15 ottobre, potrebbero finalmente partecipare anche i cittadini che per motivi di lavoro o studio si trovano a vivere in una città diversa da quella di residenza.

La proposta di legge depositata dal presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera Giuseppe Brescia, e sottoscritta anche da altri parlamentari del M5s, da Francesco Forciniti di L'alternativa c'è e da Riccardo Magi di +Europa, verrà incardinata oggi. A questo punto l'iter dovrà essere il più breve possibile, per permettere ai tanti cittadini fuori sede di andare a votare dopo l'estate. Considerando gli oltre 300mila universitari che studiano in una Regione diversa da quella di residenza (dati ministero dell'Istruzione), e i lavoratori, che secondo uno studio di Bankitalia sulla mobilità del lavoro in Italia sarebbero 1,5 milioni, il bacino dei potenziali elettori esclusi dal voto è di 2 milioni. Ma in realtà un dato complessivo e aggiornato ancora non c'è, e i fuori sede potrebbero essere molti di più.

Il testo, scritto dai costituzionalisti Salvatore Curreri e Roberto Bin, nasce su impulso del Collettivo Peppe Valarioti, think tank che prende il nome dall'insegnante e militante comunista, prima vittima politica della ‘Ndrangheta in Calabria, assassinato nel 1980. Si tratta di una legge partita dal basso, dalla necessità di permettere a tanti cittadini di esercitare un diritto democratico, senza affrontare spese ingenti e soprattutto senza mettere a rischio la propria salute. La pandemia ha infatti reso ancora più complicati i viaggi e gli spostamenti da una Regione all'altra, alla luce anche dei ritardi della campagna vaccinale in alcune aree del Paese. Si rischia così di mettere gli elettori davanti a un bivio, costringendoli a scegliere tra il diritto costituzionale al voto e il diritto alla salute.

Dei quasi 1300 Comuni al voto (precisamente 1.293, tra cui Roma, Milano, Torino e Napoli) più di 500 sono al Sud, che è appunto la parte del Paese in cui si registra il maggior numero di partenze per studio o lavoro verso il Nord del Paese o verso le grandi città.

A marzo 2019 Giuseppe Brescia ha presentato un'interrogazione parlamentare, dalla quale è emerso che dal 2004 al 2018 sono stati spesi 60 milioni dallo Stato per le agevolazioni di viaggio degli elettori. Risorse spese per biglietti di treni, aerei o altri mezzi di trasporto per consentire il ritorno a casa dei cittadini domiciliati in un comune diverso da quello di residenza. Solo nel 2018 la spesa ammontava a quasi 8 milioni, per un totale di 332.020 viaggi in un anno, tra elezioni politiche, regionali e amministrative.

Un primo importante passo per il diritto di voto per i cittadini in mobilità, è stata l'approvazione del progetto di legge cosiddetto ‘Elezioni pulite', che ha già ottenuto l'ok della Camera, e che risolverebbe parzialmente il problema almeno per le europee e i referendum, ma non per le politiche. Ma la legge è ancora ferma in commissione Affari Costituzionali del Senato.

Cosa prevede la legge

In pratica la legge se venisse approvata in tempo permetterebbe a chi vive lontano dalla propria residenza di votare per regionali e comunali presso la prefettura situata nel capoluogo di provincia del comune di domicilio, nello stesso giorno delle elezioni oppure con un meccanismo di voto anticipato. La bozza della legge, dal titolo ‘Disposizioni per l’esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza nelle elezioni regionali e comunali', si compone di soli due articoli. Il testo è volutamente snello, in modo da poter essere approvato rapidamente, con il consenso di tutte le forze politiche.

In pratica, si legge, gli elettori "temporaneamente domiciliati in un Comune situato in una Regione diversa da quella in cui si trova il Comune nelle cui liste elettorali risultano iscritti", "possono esercitare il proprio diritto di voto presso l’Ufficio territoriale del Governo operante nel territorio del Comune in cui hanno eletto domicilio, previa specifica comunicazione da inoltrare all’Ufficio territoriale del Governo operante nella circoscrizione elettorale di residenza entro quattro mesi dalla data prevista per le elezioni regionali". Il termine di quattro mesi, potrebbe anche essere rivisto, e potrebbero bastare anche due mesi. "In questo modospiega Giuseppe Brescia, contattato da Fanpage.iti fuorisede potrebbero fare la richiesta anche ad agosto per ottobre".

"Nel testo si parla soltanto di amministrative e regionali, noi vorremmo innanzi tutto fissare un punto per quelle. Se poi riusciamo, senza generare altri ritardi, a prevedere che la proposta venga allargata includendo le politiche e tutte le altre tornate elettorali, ben venga. Ma vorrei che questo venisse fatto di comune accordo con tutti i gruppi che si sono già dimostrati molto favorevoli al concetto che la proposta esprime".

Quando il testo di Curreri e Bin è stato inviato ai membri della commissione gli altri gruppi avevano espresso l'intenzione di cofirmare il testo. Alla fine questo non è avvenuto, ma gli altri partiti hanno presentato una propria proposta, impegnandosi a sostenere l'iniziativa in tempo utile per la tornata di ottobre. Le altre proposte, presentate da D'Ettore (Forza Italia), Madia (Pd), Costa (Azione), saranno abbinate: "Da relatore cercherò di mettere insieme tutte le posizioni e trovare dei punti di caduta – spiega ancora Brescia – ma la mia intenzione è quella di eliminare qualsiasi elemento che possa essere un ostacolo per l'approvazione veloce della legge. Io per esempio sono un grande sostenitore del voto elettronico, ma in questa proposta non se ne parla perché è uno di quegli argomenti su cui spesso ci si divide".

Per molti il voto elettronico non assicurerebbe la segretezza, caratteristica che invece è richiesta dall'articolo 48 della Costituzione, secondo cui il voto deve essere appunto "personale ed eguale, libero e segreto". Le prefetture invece sarebbero un luogo monitorato e sicuro, in cui ci sarebbero i rappresentanti dello Stato a garantire che il voto si svolga in modo regolare.

"Il tempo per approvarla c'è, se si ha la volontà di farlo. Bastano poche settimane", assicura Brescia. I prossimi passi saranno le audizioni – per il momento sono previste solo quelle di Bin e Curreri – che saranno concentrate in uno o due giorni al massimo. "Mi impegnerò come relatore per formulare nel più breve tempo possibile il testo base sul quale poi si procederà con gli emendamenti", aggiunge Brescia. "Poi occorre che anche il Senato si assuma questo impegno, parlerò con il presidente Parrini, per far sì che anche lì l'iter sia molto veloce".

In Calabria le elezioni si sarebbero dovute tenere lo scorso 14 febbraio, poi sono state spostate all'11 aprile e infine rinviate in autunno. I ragazzi del Collettivo Valarioti un mese fa hanno anche scritto una lettera al presidente della Repubblica Mattarella: "Nella tornata elettorale che attende il Paese in autunno, spicca il caso della Calabria, unica Regione al voto e nota terra di emigrazione. Estendere il suffragio ai tanti giovani lontani da questa terra significa fornire uno strumento capace non solo di rompere le dinamiche di soffocante condizionamento del voto, ma anche di imporre nel dibattito temi importanti di rinnovamento, cui la politica oggi troppo facilmente prescinde", hanno sottolineato nel loro appello.

Una delibera per i Comuni

Il Collettivo Valarioti – che ha lanciato a dicembre la campagna Voto Sano Da Lontano, una rete che raggruppa diverse realtà, come il Comitato IoVotoFuoriSede, impegnato da 13 anni in questa battaglia, i movimenti universitari Associazione Dottorando e Dottori di Ricerca in Italia, Link, The Good Lobby e altri – si è fatto sentire anche con un'altra azione di pressing. Al fine di far approvare in tempi utili la legge ha promosso la diffusione di una delibera, attraverso la quale ogni Comune al voto si impegna a chiedere al "Parlamento e al Governo di attivarsi in maniera tempestiva, ognuno secondo le proprie competenze e i propri ambiti d’azione, affinché si riesca a trasformare realmente la pandemia in un’occasione per risolvere definitivamente questo vulnus e garantire universalmente, e nei fatti, il diritto di esprimere il proprio suffragio. Si impegna infine a fare pressione sulla Delegazione parlamentare eletta nella propria circoscrizione, perché si faccia promotrice in Parlamento dell’attuazione di modalità di voto a distanza valevoli per tutte le consultazioni d’autunno".

Sono state messe a disposizione due delibere, scaricabili qui, una per i Comuni calabresi e una per tutti i Comuni d'Italia al voto. Fino ad ora hanno approvato il testo 14 Comuni: Caraffa, Catanzaro, Cessaniti, Cinquefrondi, Crotone, Filogaso, Francavilla, Angitola, Girifalco, Mongiana, Montauro, Parghelia, Sellia e Zambrone.

"Siamo molto contenti, dopo questi mesi di lavoro incessante, che inizi l'iter. Sopratutto ci auguriamo la trasversalità perché fin dall'inizio siamo stati convinti che solo la coralità politica possa portare a termine in maniera positiva questa battaglia – commenta oggi a Fanpage.it il Collettivo – Parallelamente, stiamo continuando a promuovere la nostra delibera nei comuni interessati dal voto, quindi in tutti quelli calabresi, in vista delle elezioni regionali, e negli oltre milletrecento comuni che in tutta Italia vedranno le elezioni amministrative. Questo affinché anche anche dagli enti locali giunga la richiesta di intervenire in merito".

"Sosteniamo convintamente l'iniziativa parlamentare del presidente Brescia – dice Stefano La Barbera, presidente del Comitato IoVotoFuoriSede, contattato da Fanpage.it – Confidiamo inoltre che una volta approvato questo disegno di legge che risolverà l'emergenza del voto dei cittadini nelle elezioni locali del prossimo autunno, il Parlamento si metta subito al lavoro per consentire il voto ai cittadini in mobilità anche per le politiche, europee e referendum. L'emergenza pandemica ha reso palese agli occhi di tutti come questa riforma, che chiediamo ormai da 13 anni, non sia più rimandabile".

L'appello di Azzolina a Lamorgese

Anche l’ex ministra ha sottoscritto la proposta di legge dei costituzionalisti Bin e Curreri, sostenuta anche dalla ministra per le politiche giovanili Fabiana Dadone. Azzolina ha rivolto ieri un appello alla ministra dell'Interno Lamorgese: "La proposta di legge per il voto ai fuorisede deve andare avanti. Più facciamo partecipare i cittadini alla vita democratica del Paese, più il Paese ne trarrà giovamento. Bisogna eliminare gli ostacoli alla partecipazione di studenti e lavoratori che vivono lontani dal comune di residenza. So cosa vuol dire, lo dico anche per esperienza: anni fa ho lasciato la Sicilia per lavoro e sono andata a vivere a La Spezia a 1000 km dalla mia terra. Faccio un appello alla ministra Lamorgese affinché si possa trovare una soluzione già alle prossime elezioni amministrative e regionali. Lo dobbiamo ai giovani del nostro Paese", ha detto la deputata ed ex ministra in un video insieme al relatore della legge Giuseppe Brescia.

"Per un giovane studente o per chi ha iniziato a lavorare da poco prendere un aereo, un treno ha dei costi. Lo Stato ha dato una mano a queste persone negli ultimi anni con delle agevolazioni sul prezzo dei biglietti, però queste agevolazioni hanno un costo. Viviamo nel 2021 e penso che si debbano trovare soluzioni alternative" aggiunge Azzolina.

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