Elezioni comunali Milano: la Lega pronta a scaricare Berlusconi in caso di sconfitta?
Dopo il verdetto delle elezioni comunali a Milano, in casa della Lega tira una brutta aria. L'impressione è che il crollo verticale del Pdl nel capoluogo lombardo stia rimettendo prepotentemente in discussione l'alleanza tra il Carroccio e il partito di Berlusconi. Ieri nel vertice della Lega tenutosi nel quartier generale di via Bellerio, Umberto Bossi ha cercato di fare il punto della situazione con i dirigenti del partito. "Se la Moratti perde anche il ballottaggio, per noi è difficile rimanere lì"- avrebbe detto. Certo la speranza di vincere c'è sempre, ma nessuno si aspettava che Pisapia riuscisse a staccare il sindaco uscente di quasi sette punti percentuali.
Nessuno tantomeno Bossi, che, chiuso in stanza con i suoi fedelissimi, avrebbe ripercorso tutti gli errori commessi dall'amico Berlusconi che hanno portato a questa debacle. Si parte proprio dalla candidatura della Moratti, che non lo ha mai convinto fino in fondo, per arrivare alla gestione di alcune situazioni molto delicate come la guerra in Libia, i manifesti con i quali Roberto Lassini tappezzò il capoluogo lombardo, la questione nucleare. Milano è il cuore economico e industriale della nazione, da anni fortino del centrodestra, e perdere lì, per Bossi, rappresenterebbe la fine di un ciclo.
"È crollato il Popolo delle libertà e ci ha trascinato verso il basso"- ha detto ai gerarchi leghisti. Insomma sono venute meno le garanzie dell'alleato di sempre e ora e il rischio per la Lega, quello concreto, è che un'eventuale sconfitta a Milano possa mettere Berlusconi nell'occhio del ciclone. Magistrati, Responsabili, opinione pubblica: tutti contro di lui. "Tutti gli chiederanno di dimettersi– avrebbe detto Bossi- e lui non lo farà. In quella situazione rischiamo di fare la fine degli ascari che difendono il forte e tra due anni torniamo al 4 per cento".
Ed è questo quello che vuole scongiurare il senatùr. La Lega nel Nord del Paese è ormai un partito di massa, cresciuto notevolmente negli ultimi anni, e perdere voti per difendere a spada tratta Berlusconi non rientra sicuramente nei piani del Carroccio. Per adesso, però, ogni decisione è rinviata al 30 maggio, giorno fissato per il ballottaggio tra la Moratti e Pisapia. E non ci sono dubbi che prima di tale data, Berlusconi dovrà inventarsi qualcosa.