Elezioni comunali 2019, i risultati finali: a Perugia vince il centrodestra con Romizi
Domenica i cittadini di Perugia hanno votato anche per eleggere un nuovo sindaco e una nuova giunta comunale, oltre ad aver espresso il voto per le europee. Sono state le elezioni che hanno registrato più partecipazione, con ben 10 candidati in corsa per la carica di primo cittadino. Le prime proiezioni danno il sindaco uscente e candidato del centrodestra, Andrea Romizi, come vincitore con il 54,6%. Romizi è sostenuto da alcune liste fra cui quella della Lega, di Fratelli d'Italia, di Forza Italia. La vittoria di Romizi è stata confermata anche dai dati successivi, basati sullo spoglio delle schede. Romizi si afferma al primo turno con circa il 60% dei voti.
Romizi si afferma seguito da Giuliano Giubilei, candidato del centrosinistra, con il 26,4% e Francesca Tizi, del Movimento 5 Stelle, con il 7%. Gli altri candidati invece erano Francesca Tizi per il Movimento 5 Stelle al 6,9% e Katia Belillo ex ministra e deputata, candidata con una lista di centrosinistra. L'ex capogruppo del M5S al comune ha corso con una lista indipendente, chiamata #Noicittadini, mentre l'ex candidato con Italia dei Valori, l'imprenditore Marco Mandarini, si è presentato con le liste Perugia Partecipata e Alternativa riformista. Il consigliere comunale del centro, Carmine Camicia, si è candidato con la lista Perugia con il Cuore, mentre Salvatore Iacobelli si è candidato per la lista cattolica Popolo della Famiglia. Casapund ha presentato Antonio Leonardo Ribecco.
Dal momento che Perugia è un comune con più di 15mila abitanti, in caso non si fosse raggiunta la maggioranza assoluta, la legge avrebbe previsto un ballottaggio fra i due candidati più votati. Per garantire una maggioranza assoluta e funzionale, alle liste a sostegno del vincitore sarà assegnato il 60% dei seggi, mentre i restanti verranno assegnati in maniera proporzionale alle altre liste. Per quanto riguarda l'affluenza, alla chiusura dei seggi la partecipazione era stata dichiarata oltre il 71%, per essere poi rivista dal Viminale che ha corretto il dato al 69,58%.