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Elezioni comunali 2016: Platì, la capitale della ’ndrangheta ha un nuovo sindaco

Il paesino calabrese nella Locride, tristemente famoso come culla della ‘ndrangheta, è tornato alle urne tra polemiche e voci di influenze della criminalità organizzata. Il neo sindaco eletto Rosario Sergi però assicura: ” La criminalità non ha nessun interesse qui. Stiamo parlando di un paese con piccoli bilanci”
A cura di Antonio Palma
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Non solo grandi città capoluogo di regione o capoluogo di provincia, per queste elezioni comunali 2016 sono stati chiamati a votare anche gli abitanti di numerosi piccoli comuni della Penisola. Tra questi anche gli abitanti di Platì, piccolo comune calabrese della provincia di Reggio Calabria abbarbicato sui monti dell’Aspromonte, nella Locride, tristemente famoso come culla della ‘ndrangheta. Per anni infatti la cittadina è stata al centro di numerose inchieste della Dda di Reggio Calabria come crocevia dei traffici internazionali droga e l'amministrane comunale è stata sciolta più volte per infiltrazioni mafiose. Anche per questo la cittadina non aveva un sindaco dal 2009.

Anche queste elezioni comunali 2016 a Platì non sono nate nel migliore di modi con l'autoesclusione della candidata Pd Anna Rita Leonardi che non è riuscita ad avere candidati e firme necessarie per presentare la lista, e le due liste civiche rimaste in corsa finite nel mirino della commissione parlamentare Antimafia. Alla fine però Platì ha avuto un nuovo sindaco: Rosario Sergi che ha ottenuto 1.275 voti sui duemila votanti totali battendo nettamente la rivale Ilaria Mittiga, figlia dell’ex sindaco commissariato. "La responsabilità penale è individuale e non può ricadere su un’intera comunità" sottolineano gli abitanti del paesino. "La criminalità non ha nessun interesse a far sì che non si presentino liste o ad influenzarle direttamente. Stiamo parlando di un paese con piccoli bilanci", ha assicurato anche il neo sindaco Rosario Sergi,

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