Elezioni 25 settembre, cosa farà il Movimento 5 Stelle di Conte e quali saranno le alleanze
Il Movimento 5 Stelle sembra essere rimasto da solo. Dopo la crisi innescata nel governo Draghi – con il non voto alla fiducia sul decreto Aiuti che ormai è storia, seppur recente – poi conclusa con lo strappo nella maggioranza degli stessi grillini e del centrodestra, Conte e i suoi hanno terra bruciata intorno. Le elezioni del 25 settembre sono imminenti e i tempi per presentare simboli e liste sono quantomai contingentati. E allora è tempo di parlare di alleanze, stavolta sul serio. Ma per via delle ultime scelte fatte dal Movimento 5 Stelle contro il governo Draghi, il Partito Democratico ha chiuso la porta. Sbattendola forte. Insomma, il campo largo non esiste più.
Il Pd, però, era l'unico partito che – di fatto – aveva cercato di costruire un'alleanza extraparlamentare con il Movimento. A parte Articolo uno e il ministro Speranza, unico a spendere parole di riconciliazione in queste ore. Ma evidentemente è poco influente, per una questione prettamente numerica.
Perciò, a questo punto, il Movimento si trova nuovamente solo. Conte nelle ultime ore ha preso tempo, ma ha anche bollato gli esponenti del Pd come "arroganti" per le dichiarazioni delle ultime ore. Domani ci sono le primarie in Sicilia, tra l'altro, in un clima abbastanza surreale.
Se non si dovesse riallacciare il rapporto con i dem, per il Movimento non resterebbero molte alternative alla corsa in solitaria. Come successo fino a ora alle politiche. Nell'area progressista – alla quale, Conte ha ribadito, appartiene il suo partito – non c'è praticamente nessuno vicino ai grillini. Anzi, per Renzi e Calenda erano il motivo per non partecipare al famoso campo largo. Per non parlare dell'ex Di Maio, fresco scissionista. L'unico a osservare con attenzione è Nicola Fratoianni, che ha appena federato Sinistra Italiana con Europa Verde.
Conte, in tutto ciò, si trova con un partito che ha decimato il suo consenso nello spazio di una legislatura e che ora – sondaggi alla mano – è ora leggermente sopra il 10%. Proprio quei sondaggi, secondo chi accusa Conte e i suoi di aver voluto lo strappo e la fine del governo Draghi, sono il motivo per cui i vertici del Movimento hanno spinto per andare a votare in anticipo.
Ci sono poi mille questioni aperte, come quella del secondo mandato mai risolta fino in fondo. Al momento del dunque, quando Conte dovrà presentare le liste, potrebbe tornare l'idea delle eccezioni decise dal presidente. Senza contare che, tra taglio dei parlamentari e il crollo nel numero dei voti raccolti che non sarà neanche lontanamente paragonabile a quello del 2018, in moltissimi resteranno fuori.
Insomma, i nodi da sciogliere per Conte sono ancora moltissimi. Il leader del Movimento 5 Stelle prepara la campagna elettorale e aspetta il Pd. Ma intanto la settimana prossima il centrodestra si riunisce e si prepara a partire all'attacco. E il centrosinistra – campo largo o progressista che sia – è in ogni caso già in ritardo.