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Elezioni politiche 2022

Elezioni 2022, quali coalizioni si sfideranno e perché il centrosinistra sembra condannato a perdere

Il centrodestra deve sciogliere i nodi collegi e premiership, il centrosinistra praticamente non esiste. Al centro Calenda apre al Pd, ma senza Renzi e Di Maio.
A cura di Tommaso Coluzzi
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A due mesi esatti dal voto del 25 settembre il centrosinistra cerca di costruire qualcosa di solido – almeno un minimo – tra le macerie, mentre il centrodestra tiene d'occhio le crepe. Tra le due coalizioni – che poi due non saranno, con ogni probabilità – ce n'è una che sta sensibilmente meglio. Meloni, Salvini e Berlusconi si devono vedere in settimana per un vertice attesissimo che servirà a sciogliere una serie di nodi importanti. Si dovrebbe tenere mercoledì alla Camera – e non a Villa Grande di Berlusconi – visto che la leader di Fratelli d'Italia ha chiesto una sede più istituzionale. Sul tavolo ci sono due grandi temi: la prassi secondo cui – nel centrodestra – il candidato premier è chi prende più voti alle elezioni e le candidature nei collegi uninominali. Meloni e i suoi sembrano avere le idee chiare: premiership e metà dei collegi a Fratelli d'Italia, come successo finora quando nel centrodestra i partiti più votati erano altri.

Berlusconi ha già fatto capire che per lui queste regole non valgono più. C'è da tenere conto di come verrà visto un eventuale governo Meloni all'estero, c'è da considerare il ruolo centrale di Forza Italia nel Partito popolare europeo. Insomma, Berlusconi vorrebbe che certe scelte fossero fatte a posteriori. Per ora Salvini è sulla linea di Meloni, ma bisogna vedere cosa accadrà al vertice.

Nel centrosinistra, intanto, si cerca di capire questo campo stretto intorno al Pd chi può tenere dentro. Dal Nazareno hanno detto prima no al Movimento 5 Stelle e poi no a Renzi. Oggi c'è l'apertura di Calenda, che però escluderebbe la federazione tra Sinistra Italiana ed Europa Verde. E lo stesso leader di Azione ha liquidato Luigi Di Maio con un "chi?".

Il ministro degli Esteri ha risposto a distanza: "Le coalizioni si presentano fra il 12 e il 14 agosto, nelle prossime settimane ci sarà un dibattito – ha detto commentando le dichiarazioni di Calenda – Le coalizioni sono fondamentali per stare uniti contro gli estremismi. Essere uniti, fra coloro che hanno provato a salvare il governo di unità nazionale, è un valore". E intanto la ministra Gelmini al leader di Azione: "Ho letto il manifesto, io ci sono". Intanto Articolo 1 del ministro Speranza è l'unico partito che è per certo con il Pd, ammesso che alla fine non rientri direttamente nei dem.

Nel frattempo il Movimento 5 Stelle resta fuori da qualsiasi logica di coalizione, al momento. Sono ore di riflessione in casa pentastellata, mentre il Pd ha sbattuto la porta dopo la fine del governo Draghi. È ormai quasi certo che i grillini si presenteranno ancora una volta da soli alle elezioni politiche, anche se l'unico modo di battere il centrodestra – sondaggi alla mano – è un centrosinistra unito da Conte a Calenda. Letta l'ha sognato, il campo largo, ma è sembrato fin da subito un'impresa impossibile da realizzare.

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