Elezioni 2018, le quote di genere non bastano: in Parlamento solo un terzo degli eletti sono donne
Le norme sull’equilibrio di genere introdotte dal Rosatellum non sono bastate: anche in questa legislatura le donne saranno meno di un terzo del totale dei parlamentari. Quando mancano ancora alcuni seggi da assegnare, secondo un calcolo elaborato dall'Agi le donne saranno 185 alla Camera e 86 a Senato. Dato in linea con quello della scorsa legislatura: stesso numero al Senato e per ora qualcosa in meno alla Camera (nel 2013 erano 198).
Il meccanismo del Rosatellum bis non consente ancora di avere dati precisi e certi sulle pattuglie parlamentari, ma difficilmente il dato subirà rilevanti variazioni e si rimarrà quindi su numeri simili agli scorsi cinque anni. A Montecitorio le donne saranno meno di un terzo, così come a Palazzo Madama. Il dato della Camera dovrebbe incrementare, avvicinandosi così ai numeri della scorsa legislatura. Quello del Senato sembra invece definito, nonostante ci si aspetti qualche minima variazione con i candidati eletti in più collegi e che quindi faranno spazio a chi li segue in lista.
Ad ora al Senato la percentuale di donne è del 27%. Il gruppo più al femminile è quello del MoVimento 5 Stelle: le donne sono 42 su un totale di 112 eletti, con un tasso di poco inferiore al 40%, quello previsto dalla legge elettorale come percentuale minima da rispettare per le quote di genere in sede di presentazione delle liste. Poi c’è il centrodestra, con 30 donne su 137 senatori totali (circa il 22%). Ancora peggio il centrosinistra con 13 senatrici su 59 eletti (ma con percentuale simile, sempre al 22%). Per LeU solo 4 senatori, di cui una donna: Loredana De Petris.
Alla Camera le donne sono circa il 30% del totale degli eletti. Anche in questo ramo del Parlamento è il M5s ad avere più presenze al femminile: 82 donne su 222 eletti (circa il 37%). Il centrodestra si ferma a 67 donne su 260 seggi (circa 26%), il centrosinistra arriva a 32 donne su 115 deputati (circa il 28%). Per LeU solo 4 deputate su 14 seggi conquistati.
Una nota positiva è l’elezione di Elisa Tripodi, neo-eletta deputata con il MoVimento 5 Stelle in Valle d’Aosta: è la prima donna a conquistare un seggio in Parlamento in questa regione nella storia. Ha preso il 24% dei voti a livello regionale, per un totale di quasi 16mila preferenze.
Perché sono state elette poche donne
La legge elettorale prevede che le candidature per ogni sesso corrispondano almeno al 40% del totale: quindi ogni lista deve avere non più del 60% dei candidati dello stesso sesso. Questo criterio è stato rispettato nella composizione delle liste ma non garantisce un effettivo equilibrio al momento dell'elezione e dell'assegnazione dei seggi. Questo accade per due motivi: il primo è che i partiti potrebbero aver candidato più uomini che donne nei collegi uninominali che hanno vinto (sia per scelta conoscendo prima i collegi ‘sicuri' sia per puro caso); il secondo riguarda le pluricandidature. In alcuni casi potrebbero essere state candidate donne come capolista in più collegi plurinominali (fino a cinque): ogni candidata, in questo caso, viene eletta in un solo collegio facendo entrare negli altri quattro chi la segue in lista, ovvero un uomo. Quindi, per una donna vengono eletti quattro uomini nei collegi in cui è candidata.