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Elezione del Presidente della Repubblica 2022

Elezione Presidente della Repubblica, Renzi mette in guardia Pd e M5s: “Stavolta king maker è Cdx”

Matteo Renzi, ospite ad Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia, lancia un avvertimento a Pd e M5s: “Stavolta il ruolo di king maker tocca al centrodestra…”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Stavolta il ruolo di king maker tocca a voi del centrodestra…". È l'avvertimento che Matteo Renzi lancia ad Atreju, la festa di Fratelli d'Italia, rivolgendosi indirettamente a Pd e M5s.

Invitato per parlare di riforme, come quella per l'elezione del Presidente della Repubblica, alla tavola rotonda insieme a Luciano Violante, Marcello Pera e Sabino Cassese, l'ex premier viene accolto sul palco da Giorgia Meloni, mentre il pubblico lo applaude. Il senatore e leader di Italia viva risponde così: "Premetto che a differenza di quello che ha detto Pera, io qui non mi sento a casa e lo dico anche per una sicurezza e tranquillità…".

Quando si parla dell'elezione del successore di Sergio Mattarella Renzi afferma che a questo giro il centrodestra avrà più voce in capitolo, perché ha "i numeri per farlo".

"Da Fdi a Fi avete quanto, il 45% dei grandi elettori più o meno?", chiede alla padrona di casa, che annuisce. "Giorgia mi fa segno di sì, il punto, però – aggiunge – è se il centrodestra prende l'iniziativa insieme oppure no". A gennaio, è il ragionamento di Renzi, il centrosinistra non potrà decidere tutto da solo, perché, rispetto alle precedenti votazioni del Capo dello Stato spetterà a Matteo Salvini, Fdi e Fi il ruolo di mazziere.

"Questa volta – sottolinea l'ex presidente del Consiglio – o la destra si incarica di fare una proposta complessiva o se non lo fa, io sono dell'idea che, quando si arriverà a discutere dal 20 gennaio in poi per la scelta del nuovo capo dello Stato", bisogna allargare il campo il più possibile. Un proposito che ben si sposa con quello che ha detto anche il segretario del Pd Enrico Letta. "Spero che sul presidente della Repubblica si vada da Fdi ai Cinque stelle, dalla Lega al Pd, perché più siamo meglio è, sia dal punto di vista politico che da quello istituzionale'‘, ribadisce Renzi.

Il fondatore di Italia viva vede bene Mario Draghi sia a palazzo Chigi, per continuare il lavoro fatto fino ad ora, sia al Colle, e comunque vada, è meglio poter contare su di lui. Non per nulla Renzi si appropria dello slogan ‘Meno male che Silvio c'è' , inno berlusconiano della campagna elettorale del Popolo della Libertà, trasformandolo in "Meno male che Draghi c'è…". per ribadire quanto sia importante per l'Italia avere una risorsa come l'ex governatore di Bankitalia.

L'ex segretario Pd cita anche Silvio Berlusconi, che secondo lui fino ad ora ha "rosicato" per non aver fatto il capo dello Stato e lo paragona a Fantozzi: "Tutte le volte che Berlusconi vinceva le elezioni aveva la sfiga a non poter correre come presidente della Repubblica… Lui che è uno degli uomini più fortunati del mondo ha avuto questa nuvola di Fantozzi sopra la testa e la sente…".

Secondo Renzi partono ‘favoriti' nella corsa al Colle tutti gli ex presidenti di Camera e Senato, a cominciare da Pier Ferdinando Casini: "Casini e non solo lui. Tutti quelli che hanno fatto il presidente della Camera o del Senato hanno una carta in più…". Il leader di Iv chiude ribadendo che Lega Fi e Fdi avranno un ruolo di primo piano nella partita e auspica "una elezione a larga maggioranza, sarebbe l'ideale'.

"Noi l'altra volta avevamo il 42% dei grandi elettori e la responsabilità di scegliere il presidente me la sono presa io, parlando con tutte le forze politiche. Giorgia ricordi che ci vedemmo al Nazareno? Parlammo con tutti e alla fine facemmo una proposta che il Parlamento approvò alla quarta votazione".

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