Elezione del Presidente della Repubblica, chi sarà il prossimo capo dello Stato: i nomi in corsa
Tra un mese, più o meno, sapremo chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica. La corsa al Quirinale è ancora tutta da decidere, anche perché – questa volta come non mai – ci si arriva con un equilibrio instabile sia in Parlamento che nel governo. In questa legislatura si sono alternati prima due esecutivi quasi opposti tra loro, poi uno di unità nazionale. In più c'è un Gruppo misto folto come non mai, difficilmente controllabile e pronto a spostare decine di voti. Insomma, la situazione è complessa e all'invio della lettera di convocazione del presidente della Camera Fico manca una settimana. Poi i grandi elettori si riuniranno nella seconda metà di gennaio. La tentazione, ad oggi, è andare sul sicuro. Il che significa una cosa sola: Mario Draghi al Quirinale.
Il presidente del Consiglio ha detto di non aspirare al Colle, ma ha anche sottolineato che il lavoro sul Pnrr può andare avanti senza di lui. Se a Draghi venisse chiesto non direbbe di no, insomma. Il problema dei partiti è trovare questo candidato unico eletto da una grande maggioranza che più o meno tutti dicono di volere, ma che al momento nessuno ha tirato fuori dal cilindro. L'attuale presidente del Consiglio, in questo senso, sarebbe perfetto. Ma vorrebbe dire trovare un accordo per arrivare a fine legislatura con un governo che perderebbe il suo capo, il che sembra molto complicato. Oppure andare a elezioni anticipate nel bel mezzo della pandemia di Covid e della messa a terra dei progetti del Pnrr. Certo è che, anche se Draghi restasse a Palazzo Chigi fino alla fine della legislatura, per i partiti comincerebbe presto la campagna elettorale per le politiche del 2023. E sarebbe ancora più difficile tenere insieme partiti agli antipodi come Lega e Partito Democratico o Movimento 5 Stelle e Forza Italia nella stessa maggioranza.
Per il Quirinale, però, al momento c'è un solo candidato palese: Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia ha messo in chiaro da tempo con gli alleati di centrodestra che questa è la sua occasione e che non intende perderla. Ci proverà fino alla fine, ma partire – chiaramente – dalla quarta votazione, ammesso che ci si arrivi. Anche perché sia il Movimento 5 Stelle che Italia Viva hanno chiarito che non voteranno per lui.
Di nomi in ballo però, anche se più o meno nascosti, ce ne sono diversi. L'ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, sa di avere più di una chance e per ora tiene nascosta la sua candidatura. Così come si potrebbe trovare l'accordo su Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio, giudice costituzionale, più volte accostato al Quirinale. Era il candidato di Berlusconi quando fu eletto Mattarella, per dire. Restano sullo sfondo, invece, Paolo Gentiloni (che non sembra avere intenzione di lasciare il ruolo in Commissione Ue) e David Sassoli.
C'è poi il fattore donna, che, almeno a parole, sembra pesare più del solito. Da settimane sentiamo ripetere "è tempo di una donna al Quirinale" un po' da tutti, ultimo Giuseppe Conte. Berlusconi prepara la candidatura della presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati se la sua dovesse naufragare, mentre Emma Bonino e Rosy Bindi restano sullo sfondo. Ma attenzione anche alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che potrebbe mettere d'accordo molti più elettori di quello che si pensa. E tra le donne è senz'altro la favorita.