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Educazione sessuale a scuola solo se i genitori danno il consenso, la proposta del ministro Valditara

Davanti al Cdm arriva una proposta del ministro dell’Istruzione Valditara sull’educazione sessuale a scuola. O meglio, su un modo per limitarla. L’obiettivo è rendere obbligatorio il consenso dei genitori per tutte le lezioni e attività che riguardano il sesso. Ma Lega e FdI potrebbero provare ad allargare la norma per attaccare la “ideologia gender”.
A cura di Luca Pons
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L'educazione sessuale a scuola è un tema su cui la destra si è concentrata sempre di più negli ultimi anni, e ora dopo alcune iniziative parlamentari arriva anche sul tavolo del governo Meloni. Al Consiglio dei ministri convocato per domani, 30 aprile, si discuterà anche un disegno di legge con "disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico", su iniziativa del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara.

Nonostante il testo non sia ancora pubblico, l'ambito su cui si concentra il "consenso informato" sarà proprio quello dell'educazione sessuale. Per svolgere attività educative che hanno a che fare con il sesso le scuole dovranno avere il consenso dei genitori, questo è lo spirito della norma.

Cosa prevede la proposta del ministro Valditara

Il tema è scivoloso, proprio perché i partiti del centrodestra l'hanno caricato di tensioni negli ultimi anni. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, la norma principale contenuta nel ddl è proprio quella che prevede che i genitori debbano dare il loro consenso informato, in forma scritta, per tutto ciò che riguarda la sessualità con almeno sette giorni di anticipo.

Ancora più restrizioni se si parla di consultare associazioni, enti terzi o esperti esterni alla scuola e coinvolgerli in queste attività. Di nuovo, se si parla di sessualità, scatteranno dei paletti ulteriori. Servirà il via libera del collegio dei docenti e del consiglio di istituto. E sempre il collegio docenti dovrà fissare dei criteri da rispettare per la selezione delle persone da invitare a scuola. Tutti obblighi che si aggiungono a quelli che, naturalmente, già esistono per regolamentare le attività che vengono proposte agli studenti.

I ddl di Lega e FdI che hanno ‘ispirato' il ministro

Quello che il ministro Valditara propone al resto del governo Meloni non è un decreto legge, ma un disegno di legge. Questo significa che il testo non sarà subito in vigore, ma passerà al Parlamento per essere discusso, modificato e poi approvato dal Senato e dalla Camera. Nei vari passaggi che seguiranno, quindi, il testo potrebbe essere cambiato. E proprio in questa fase potrebbero intervenire gli esponenti della destra che sull'educazione a scuola si sono concentrati di più.

L'iniziativa del ministro, infatti, sembra ricalcare due testi di legge che la Lega e Fratelli d'Italia hanno presentato negli scorsi mesi. A fine febbraio, nel giro di pochi giorni, prima Alessandro Amorese (FdI) e poi il leghista Rossano Sasso avevano depositato due ddl molto simili. Peraltro i due si conoscono perché Amorese ha fondato la casa editrice che ha pubblicato l'ultimo libro di Sasso, intitolato "Il gender esiste".

Il ddl di Amorese si chiama "Introduzione del requisito del consenso informato dell’esercente la responsabilità genitoriale per la partecipazione dello studente minorenne ad attività scolastiche vertenti su materie di natura sessuale, affettiva o etica". Quello di Sasso, invece, "Norme sul riconoscimento dell’identità di genere in ambito scolastico e sul consenso informato preventivo delle famiglie per la partecipazione dello studente minorenne ad attività scolastiche su temi concernenti la sessualità e l’affettività". È chiaro, insomma, che l'argomento è lo stesso.

Dall'educazione sessuale agli attacchi alla "ideologia gender"

Come è noto spesso la destra ha utilizzato il dibattito sull'educazione sessuale e affettiva per portare avanti posizioni conservatrici e, ad esempio, attaccare la minoranza Lgbt con l'accusa di portare avanti la "ideologia gender". A settembre dello scorso anno, la commissione Cultura della Camera (dove siedono sia Amorese che Sasso) ha approvato una risoluzione per chiedere di buttare fuori il "gender dalle scuole". E infatti il ddl del leghista ha unito il tema della "identità di genere in ambito scolastico" e quello dell'educazione sessuale.

Resta da vedere quale sia con precisione il testo della proposta del ministro Valditara, e quale sarà il suo percorso in Parlamento. Certo è che il ddl di Amorese, che chiaramente è stato uno spunto per l'iniziativa del governo, attacca i "modelli culturali distorti" e le "contaminazioni ideologiche" legate all'educazione sessuale e affettiva, parla del rischio di "indottrinamenti" e di non tutelare la "sensibilità culturale, etica e religiosa di ciascuna famiglia".

Il testo allarga il consenso informato a tutte le lezioni e attività che riguardano "materie di natura sessuale, affettiva o etica". Parola, soprattutto quest'ultima, che lascia spazio molto ampio alle interpretazioni. Per di più, le scuole sarebbero obbligate a mettere a disposizione dei genitori tutto il materiale didattico che viene usato per queste lezioni. Sembra evidente, quindi, che nella proposta di FdI ci sia la possibilità di spingersi ben oltre il singolo modulo di consenso per le (eventuali) ore di educazione sessuale. E che il permesso dei genitori si possa applicare anche a moltissimi altri temi ritenuti ‘scomodi'. Si vedrà quali saranno le mosse dei partiti sul testo di Valditara.

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