Economisti al governo Conte: “Dica cosa vuole fare: alzare tasse, rivedere spesa o rischiare una crisi”

Le università hanno scritto una lettera-appello indirizzata al governo Conte, pubblicata su Repubblica.it: "Occorre che il governo chiarisca quale strada intende percorrere: se aumentare ora la pressione fiscale, rischiare una crisi finanziaria o, infine, impegnarsi in una seria revisione della spesa pubblica e delle promesse elettorali. Questi problemi riguardano le famiglie e le imprese italiane e prescindono da interessi di parte e dall’orientamento ideologico: l’irresponsabilità fiscale non ha colore politico". Alla fine della lettera c'è un lungo elenco degli autori della missiva, 60 docenti in diversi atenei.
Caro Direttore,
nel Documento di Economia e Finanza, il governo Conte ha promesso nuove entrate fiscali per circa 52 miliardi tra il 2020 e il 2021. Queste entrate non sono solo necessarie per compensare i disavanzi contratti durante la recessione del 2008-2013, il rallentamento della crescita e l’aumento dei tassi d’interesse, ma anche per finanziare nuove spese, come il Reddito di Cittadinanza e “Quota 100” che, secondo il Documento di Economia e Finanza, incrementano le prestazioni sociali di oltre 48 miliardi dal 2020 al 2022 (+0,8% di PIL all’anno). Con tale programma di finanza pubblica, l’aumento delle aliquote IVA e delle accise non ha alternative credibili. I ministri parlano di privatizzazioni, eliminazione delle agevolazioni fiscali e risparmi dei ministeri, ma queste misure possono coprire solo una frazione trascurabile del fabbisogno complessivo. A completare il quadro s’inserisce la proposta di abbattimento delle aliquote fiscali (cosiddetta flat tax), che, secondo stime attendibili, farebbe lievitare il disavanzo tra i 12 e i 17 miliardi all’anno. Il governo non ha ritenuto di chiarire quali fonti di entrata consentirebbero questo progetto ambizioso, oltre all’aumento dell’IVA necessario a finanziare spese già approvate.In contrapposizione con quanto previsto dal Documento di Economia e Finanza, il ministro Salvini ha dichiarato ripetutamente di essere contrario a un aumento dell’IVA e di ogni altra imposta, e ha avanzato l’improbabile ipotesi che questa violazione degli impegni presi con l’Unione Europea sarebbe “perdonata” dalla prossima Commissione Europea. Anche se ciò avvenisse, si dimentica di dire che il nuovo debito sarà pagato dalle prossime generazioni e che la Commissione non è né l’unico né il più importante dei nostri interlocutori. Il Tesoro deve collocare ogni anno sul mercato 300-400 miliardi di titoli pubblici e, se non fossero raccolte le risorse già previste, il disavanzo pubblico aumenterebbe oltre il 3,4% del PIL nel 2020 ed il debito pubblico salirebbe al 139% nel 2024 (secondo stime FMI). Le agenzie di rating mantengono un giudizio di credito stabile ma le loro previsioni (outlook) sono negative. Se gli impegni di bilancio non fossero mantenuti e la crescita continuasse a languire, un declassamento sarebbe estremamente probabile. Qualora i nostri titoli perdessero la qualifica di “investment grade” si innescherebbe con ogni probabilità una crisi di fiducia e una fuga dei capitali, con conseguenze potenzialmente molto gravi sulla stabilità delle banche, sulla ricchezza delle famiglie e sull’occupazione.
Occorre che il governo chiarisca quale strada intende percorrere: se aumentare ora la pressione fiscale, rischiare una crisi finanziaria o, infine, impegnarsi in una seria revisione della spesa pubblica e delle promesse elettorali. Questi problemi riguardano le famiglie e le imprese italiane e prescindono da interessi di parte e dall’orientamento ideologico: l’irresponsabilità fiscale non ha colore politico.
AntonioAcconcia – Università di Napoli Federico II
MicheleBagella -Università di Roma Tor Vergata
FabioBagliano Università di Torino
Massimo Baldini Università di Modena
Giorgio Barba Navaretti Università di Milano
Giorgio Basevi Università di Bologna
Giorgio Bellettini Università di Bologna
Carlotta Berti Ceroni Università di Bologna
Graziella Bertocchi Università di Modena
Andrea Boitani Università Cattolica di Milano
Massimo Bordignon Università Cattolica di Milano
Laura Bottazzi Università di Bologna
Agar Brugiavini Università di Venezia
Renato Brunetta Università di Roma Tor Vergata
Giacomo Calzolari Istituto Universitario Europeo
Daniele Checchi Università di Milano
Innocenzo Cipolletta Economista
Claudio De Vincenti Università di Roma La Sapienza
GiorgioDi Giorgio LUISS G. Carli
Guido Fabiani Università di Roma 3
Carlo Favero Università Bocconi
Emanuele Felice Università di Chieti G. D'Annunzio
Francesco Figari Università dell'Insubria
Carlo Fiorio Università di Milano
Mario Forni Università di Modena
Giampaolo Galli Osservatorio dei Conti Pubblici, Università Cattolica di Milano
Anna GiuntaUniversità di Roma 3
Sandro Gronch iUniversità di Roma La Sapienza
Luigi Guiso Istituto Einaudi per l'Economia e la Finanza
Bruna Ingrao Università di Roma La Sapienza
Tullio JappelliUniversità di Napoli Federico II
Fiorella Kostoris Università di Roma La Sapienza
Marco Lippi Istituto Einaudi per l'Economia e la Finanza
Ernesto Longobardi Università di Bari
Paolo Manasse Università di Bologna
Luigi MarengoLUISS G. Carli
Fabrizio Mattesini Università di Roma Tor Vergata
Claudio Michelacci Istituto Einaudi per l'Economia e la Finanza
Alessandro Missale Università di Milano
Tommaso Nannicini Università Bocconi
Salvatore Nisticò Università di Roma La Sapienza
Fabrizio Onida Università Bocconi
Pier Carlo Padoan Università di Roma La Sapienza
Marco Pagano Università di Napoli Federico II
Fausto Panunzi Università Bocconi
Riccardo Paternò Università di Napoli Federico II
Vito Peragine Università di Bari
Michele Polo Università Bocconi
Paola Potestio Università di Roma 3
Alberto PozzoloUniversità del Molise
Pietro Reichlin LUISS G. Carli
Giorgio Rodano Università di Roma La Sapienza
LauraRondi Politecnico di Torino
Francesca Sanna Randaccio Università di Roma La Sapienza
Claudio Sardoni Università di Roma La Sapienza
Carlo Scarpa Università di Brescia
Filippo Taddei Johns Hopkins University, Bologna
Roberto Tamborini Università di Trento
Gianni Toniolo LUISS G. Carli
Giovanni Vecchi Università di Roma Tor Vergata