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Ecco perché sull’election day può cadere il Governo Monti

Se il Governo confermasse la volontà di due date separate per Regionali e Politiche, il Popolo della Libertà potrebbe staccare la spina al Governo Monti. Ma ha davvero senso l’election day?
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Mentre il Parlamento è al lavoro sulla legge di stabilità ed i partiti continuano a litigare sulla legge elettorale, a scompaginare l'agenda politica arriva la grana election day. Infatti la volontà del ministero dell'Interno (di concerto con il Quirinale) sembra essere quella di andare al voto per le regionali di Lombardia, Lazio e Molise il 10 di febbraio, con le elezioni politiche che invece si terrebbero nella prima metà di aprile. Una scelta che il centrodestra considera al pari di una provocazione, tanto che, stando a quanto riporta Tito su La Repubblica, lo stesso Silvio Berlusconi avrebbe avuto parole durissime nei confronti del Governo. Una valutazione ribadita anche da La Russa con un'intervista al Messaggero nella quale l'ex ministro si è spinto fino ad ipotizzare che "se il Governo tira troppo la corda c'è il rischio che si voti davvero in anticipo per le politiche, le regionali e le comunali". Insomma, ancora una volta siamo al "penultimatum" del Popolo della Libertà al Governo Monti: o si converge sull'election day, oppure siamo pronti a staccare la spina, affossando per giunta legge di stabilità e riforma elettorale. Uno scenario che per di più, consentirebbe a Berlusconi di far saltare le mai digerite primarie e presentarsi nuovamente alla guida del centrodestra, impostando una dura campagna elettorale contro il Governo Monti.

L'alternativa sarebbe terrificante per i piani alti di Via dell'Umiltà: il tracollo (preventivabile) alle Regionali che spianerebbe la strada ad un vero e proprio annientamento della rappresentanza parlamentare, con o senza Porcellum, con o senza una nuova legge elettorale, con o senza premietto di maggioranza. Insomma, tutto considerato l'idea di affossare il Governo per far precipitare la situazione ed andare al voto a stretto giro di boa sembrerebbe essere l'uovo di Colombo. Se non fosse per le scadenze parlamentari, con la legge di stabilità che salterebbe, ma soprattutto per il fatto che si andrebbe a votare con il Porcellum, regalando nei fatti il governo del Paese al centrosinistra. Ecco perché, al di là del nervosismo di facciata, le trattative con il Colle ed il Viminale sembrano già avviate, tanto che sono in molti ad ipotizzare la possibilità di convergere sull'election day a febbraio. Ipotesi che però "costringerebbe" Napolitano a gestire anche la fase post elezioni, ma che soprattutto trova fermamente contrario il leader del Partito Democratico: "La data delle elezioni regionali, legge alla mano, è dovuta, obbligata. Quanto all'ipotesi di anticipare le elezioni politiche bisogna rispettare le prerogative del presidente della Repubblica". Insomma, tanto per far capire quali sono le intenzioni del PD, anche in risposta a Fini, favorevole all'election day anche per "risparmiare qualche decina di milioni di euro". Una carta, quella del risparmio, che proveranno a giocarsi anche nel centrodestra. Anche se magari potrebbero ricordare cosa pensavano dell'election day poco più di un anno fa

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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