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Ecco il Renzusconi: Verdini ed i cosentiniani in soccorso dell’amico Matteo

Un Berlusconi raggiante si prepara al trionfale ingresso al Quirinale per le consultazioni. Denis Verdini stende la rete di salvataggio al Senato per l’ “amico Matteo”: i nomi dei “responsabili”. Il desiderio di Silvio: alla Giustizia non vada Michele Vietti.
A cura di Carlo Tarallo
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Raggiante: Silvio Berlusconi è definito così da chi ha avuto modo di ascoltare in privato le sue considerazioni sulla “staffetta” a Palazzo Chigi tra Enrico Letta e Matteo Renzi. Non fosse altro, perché oggi pomeriggio alla 18, tra poche ore, salirà al Quirinale a capo della delegazione di Forza Italia attesa da Giorgio Napolitano per le consultazioni. Una ulteriore “rilegittimazione” per il Gran Decaduto, che dopo la “prima volta” al Nazareno, l’intesa anzi la “profonda sintonia” con Renzi e i ringraziamenti pubblici di quest’ultimo, è tornato ad occupare il centro della scena politica.

DAL GOVERNO DELLE LARGHE INTESE A QUELLO DELLA “PROFONDA SINTONIA”– Berlusconi, raccontano, è talmente “preso” da Renzi da far indispettite perfino i fedelissimi. “Signorini ha dedicato più pagine di Chi a Renzi che a Toti” si lamenta un esponente del cerchio tragico del “dolce stil novo” berlusconiano. Una irritazione malcelata che ha una causa profonda, anzi profondissima: Matteo Renzi a Palazzo Chigi, infatti, rafforza la posizione di Denis Verdini, che del premier in pectore è interlocutore privilegiato all’interno di FI.

Con “l’amico Denis” Renzi ha messo a punto la nuova legge elettorale, con lui si sente quasi ogni giorno al telefono. E nel caso in cui ci dovessero essere problemi di numeri al Senato, a causa della resistenza di Angelino Alfano a mollare un paio delle quattro poltrone ministeriali rimaste a NCD dopo le dimissioni di Nunzia De Girolamo, Verdini ha già pronta una pattuglia di forzisti pronti a sostenere il governo dell’ex rottamatore.

I NOMI DEI COSENTINIANI PRONTI A SOSTENERE IL GOVERNO AL SENATO – Qualche nome? Fanpage è in grado di rivelarli: la “riserva verdiniana” a disposizione di Matteo Renzi conta almeno quattro senatori campani. Sono Vincenzo D’Anna, Eva Longo, Pietro Langella e Antonio Milo. Sono, per intenderci, i “cosentiniani doc” in Parlamento, quei senatori che pur non avendo ancora cambiato casacca sostengono la scissione operata dai fedelissimi di Nicola Cosentino con la nascita in Consiglio regionale del gruppo “Forza Campania”. Una analoga tentazione da parte dei senatori pugliesi vicini a Raffaele Fitto è stata smentita dai diretti interessati. Ma che Renzi possa contare su un “salvagente” berlusconiano è praticamente certo, al di là della scontata e annunciata intesa sulle Riforme.

Del resto è questa l’unica spiegazione alla sicurezza ostentata dal quasi ex sindaco di Firenze, nonostante il suo governo dovrà reggersi sul fondamentale e risicato contributo numerico della pattuglia alfaniana. In caso di difficoltà, c’è da scommetterci, Forza Italia non lascerà colare a picco Matteo. Ma a quale prezzo?

LE CONTROPARTITE DI MATTEO – Non c’è solo la “legittimazione” di Berlusconi come contropartita: il primo bel regalo di San Valentino che Renzi ha fatto recapitare a Berlusconi è stato certo un po' macabro, ma era attesissimo a Palazzo Grazioli. Trattasi (politicamente parlando) della testa di Giorgio Napolitano, servita su un piatto d’argento a Silvio. Berlusconi, che aveva ripetuto fino a pochissimi giorni fa: “Letta non si muove finchè c’è Napolitano”.

Ma le manovre del capo dello Stato per proteggere Enrico Letta sono state stoppate sul più bello dal “finto” scandalo delle rivelazioni di Mario Monti, Romano Prodi e Carlo De Benedetti ad Alan Friedman. Una bufera più mediatica che politica (i contenuti dell’inchiesta erano notissimi da tempo) che però ha ridotto al lumicino i margini di manovra dell’inquilino del Quirinale, che tra poche ore dovrà anche digerire l’arrivo in pompa magna di Berlusconi.

Dalla scelta del Ministro della Giustizia e di quello dell’Economia si comprenderà poi se Matteo Renzi ha voluto accontentare i vertici di Forza Italia anche sulla composizione del nuovo esecutivo. Se il Guardasigilli non fosse Michele Vietti, ad esempio, Berlusconi sarebbe molto sollevato….

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