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Ecco come Silvio e Beppe vogliono fregare Napolitano (per colpire Letta)

La bufera sulle dichiarazioni di Mario Monti apre la settimana decisiva per la vita del governo e della legislatura: coincidenza? E’ Napolitano l’unico ostacolo verso la caduta di Enrico Letta e le elezioni. Ma Grillo e Berlusconi hanno azzannato l’osso, e il cerino rischia di restare in mano a Renzi….
A cura di Carlo Tarallo
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Il Corriere della Sera che fa esplodere un “caso” politico su Giorgio Napolitano all’inizio della settimana decisiva per il destino del premier Enrico Letta, atteso al Colle per un incontro decisivo; le prime dichiarazioni dei componenti di Forza Italia del Comitato parlamentare per i procedimenti d’accusa che chiedono “ulteriori approfondimenti” e dicono no ad una “archiviazione frettolosa” della richiesta di impeachment presentata dal M5S; la certezza che Beppe Grillo e Silvio Berlusconi, divisi su tutto, convergano su una sola fondamentale strategia: le elezioni politiche in primavera; infine, la constatazione che l’unico ostacolo allo scioglimento delle camere sia proprio la volontà di Napolitano. Sono questi gli elementi, le “coincidenze”, che occorre tenere presenti per comprendere come il governo di Enrico Letta sarà investito in pieno dalla bufera che sta investendo il Colle in queste ore.

Berlusconi e Grillo sfruttano l’ “assist” di Mario Monti (e del Corriere) – La rovente polemica sulle dichiarazioni di Mario Monti relative al ruolo di Giorgio Napolitano nella caduta del governo Berlusconi nel 2011 sono esplosive non solo per il contenuto (dell’interventismo del Colle in quelle settimane si sapeva già) ma soprattutto perché cadono nel giorno in cui è riunito il comitato parlamentare sulla messa in stato d’accusa, che ha iniziato a esaminare la richiesta di impeachment presentata dal Movimento 5 Stelle nei confronti di Giorgio Napolitano.

Una “pratica” che sembrava dovesse essere archiviata in fretta e furia, fino a quando Lucio Malan, esponente forzista dell’organismo parlamentare, non ha ufficialmente dichiarato che FI voterà contro l’archiviazione della richiesta grillina, facendo seguito agli attacchi dei capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani. Malan lega la posizione di Forza Italia proprio alle “notizie apparse oggi” e sostiene la richiesta di Vito Crimi (M5S) di sospendere i lavori e di acquisire nuovi atti. Un asse Grillo-Berlusconi si sta saldando in questo Comitato, e gli sviluppi sono imprevedibili.

Letta al Quirinale (ma forse non domani) – Tutto ciò mentre incombe l’appuntamento di Enrico Letta al Quirinale: domani mattina il premier avrebbe dovuto ricevere il “via libera” da Napolitano al varo del Letta-bis, ma l’incontro potrebbe slittare di qualche giorno ancora. E’ proprio il Capo dello Stato l’ “assicurazione sulla vita” di Enrico Letta a Palazzo Chigi. Napolitano ha sempre in canna il colpo decisivo: le dimissioni in caso di stop alle “riforme” in nome delle quali ha “accettato” di farsi rieleggere. L’ipotesi è sempre stata considerata più che realistica: “Finchè al Quirinale c’è Napolitano, a Palazzo Chigi non c’è che Letta” è il “comandamento” ripetuto decine di volte negli ultimi giorni dai protagonisti della politica nazionale a chi credeva di vedere un premier “scaricato” dal Quirinale.

Dimissioni di Napolitano “disinnescate” dal caso-Monti? – Ma ora, dal punto di vista politico, cambia tutto. La minaccia di dimissioni di Napolitano, infatti, andrebbe ad incrociarsi con la vicenda della messa in stato d’accusa, rischiando di apparire come un segnale di estrema debolezza del Capo dello Stato. Che vede inoltre i grandi gruppi della comunicazione italiana ormai schierati contro il vecchio e caro totem della “stabilità”. Dunque, che succederà?

Se Napolitano si schiererà in ogni caso accanto a Letta, il fuoco incrociato FI-M5S verso il Colle si intensificherà. Difendere il Presidente della Repubblica (e quindi lo stesso Enrico Letta) potrebbe dunque toccare esclusivamente al Pd, ovvero a Matteo Renzi. Che ancora una volta rischia di ritrovarsi con il cerino in mano…

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