Ecco come Ruby Rubacuori potrebbe “decidere” le elezioni politiche del 2013
"Tutto come prima". Difficile trovare parole più adeguate di quelle dell'ex ministro La Russa per descrivere la situazione in casa Popolo della Libertà. Del resto, che il Cavaliere avesse intenzione di prolungare il termine ultimo per "sciogliere la riserva" ed annunciare il suo ritorno in campo, era apparso chiaro dopo la decisione di disertare la Festa della Giovane Italia di Atreju. Poi la crociera del Giornale con l'intervista morbida di Alessandro Sallusti che non ha affatto fugato i dubbi, anzi, ha alimentato voci di diverso tipo sulle reali intenzioni di Silvio Berlusconi. Già, perché tralasciando passaggi triti e ritriti (la nuova abolizione dell'ICI, il richiamo al terrore della sinistra e l'esaltazione del lavoro svolto negli anni di governo), il sunto conclusivo è piuttosto spiazzante: Berlusconi non ha ancora deciso e vuole prima attendere la riforma della legge elettorale.
Insomma è intorno alla modifica del Porcellum che ruota il dilemma del Cavaliere? Beh, forse. E' Fosca Bincher su Libero a dare voce esplicita a quello che in tanti già pensavano:
Chi ha incontrato a lungo Silvio Berlusconi questa estate prima o poi è per forza finito lì: al processo Ruby. Non lo direbbe mai in pubblico, ma in privato il Cavaliere si mostra sempre angosciato dalle possibili sentenze che potrebbero arrivare da quel processo […] sia quella legata al processo Mora, Minetti, Fede […] sia quella del processo base dove lui stesso è imputato per concussione e prostituzione minorile. Il timore di Berlusconi è che quella sentenza sia già scritta e gli possa capitare fra capo e collo in piena campagna elettorale. […] una sentenza di condanna riaprirebbe tutto nel momento più delicato e sarebbe in grado di incidere rovinosamente sulla campagna sia di Berlusconi sia del suo stesso partito.
E' anche per questo motivo che dal Pdl fanno capire di star lavorando anche alle "alternative" nel caso in cui Silvio decidesse di passare la mano. Il ripescaggio di Alfano nel caso di una legge elettorale con sistema proporzionale secco senza premio di maggioranza (con o senza preferenze cambierebbe poco). O addirittura una svolta radicale con la scelta di appoggiare uno fra Passera o Montezemolo (cercando magari un approccio morbido con Casini).