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“È una vita che mi dicono nano, soffro”. La lezione di Brunetta a Marta Fascina, compagna di Berlusconi

“Mi dicono tappo o nano e ho sofferto e continuo a soffrire per questo. Ma ho le spalle larghe perché ho fatto molte cose, il professore universitario, il parlamentare anche europeo, sono stato ministro due volte. Di questo sono responsabile, ma non della mia statura”. A dirlo il ministro Renato Brunetta.
A cura di Davide Falcioni
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"Mi dicono tappo o nano e ho sofferto e continuo a soffrire per questo. Ma per fortuna ho le spalle larghe perché ho fatto molte cose, il professore universitario, il parlamentare anche europeo, sono stato ministro due volte. Di questo sono responsabile, ma non della mia statura". A dirlo il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, intervenendo a Mezz'Ora in Più di Lucia Annunziata e rivolgendosi direttamente a Marta Fascina.

La parlamentare di Forza Italia era infatti intervenuta nei giorni scorsi dopo l'addio di Brunetta al partito fondato dal suo compagno, Silvio Berlusconi, pubblicando su Instagram una storia che riportava la scritta "Roma non premia i traditori", accompagnata dalla canzone di De Andrè, "Un giudice", che racconta la scalata di "un nano" fino ai vertici della magistratura.

"È una vita che io vengo violentato per la mia altezza, bassezza – si è sfogato il ministro, visibilmente commosso -. Mi dicono tappo o nano. Definizioni per cui ho sofferto, e continuo a soffrire. Col passare degli anni non mi è passata. Sdogano questo termine su di me, perché essere violentato a parole da Marta  fa sì che tutti quei bambini e bambine che non hanno avuto la fortuna di essere alti, belli e che soffrono possono trovare in me un esempio. Per cui Marta Fascina grazie, vai avanti così, perché consentirai di sdoganare anche queste violenze, perché parlarne significa elaborare questo termine: non mi era mai riuscito parlarne in pubblico, adesso ne parlo. Io non ho scelto di essere alto o basso sono responsabile delle mie idee di quello che faccio ma non di essere tappo o nano".

Dopo una vita in Forza Italia nei giorni scorsi Renato Brunetta ha dato l'addio al partito di Silvio Berlusconi e questa mattina anche il segretario del PD Enrico Letta ha aperto a una sua candidatura nella lista di centrosinistra "Democratici e Progressisti". "Ventotto anni" in Forza Italia "sono tanti", ha spiegato il ministro. Ma con Berlusconi "si è rotto qualcosa, come gli amori, quando si rompe qualcosa non si ricuce più. Io voglio bene a Berlusconi e continuerò a volergliene, ma subire invettive personali, anche feroci, da lui e il suo ambiente, come ‘Riposi in pace' … mi ha fatto male, io gli auguro lunga vita".

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