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È morto Pietro Ingrao, anima del Partito Comunista Italiano

Morto a Roma Pietro Ingrao: l’ex dirigente del Partito Comunista Italiano aveva compiuto 100 anni a marzo.
A cura di Redazione
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È morto poche ore fa nella sua casa di Roma Pietro Ingrao, storico dirigente del Partito Comunista italiano ed ex presidente della Camera dei deputati. Ingrao, che vanta una lunghissima carriera politica ed è sempre stato circondato da un enorme rispetto da parte di compagni e avversari politici, aveva compiuto 100 anni lo scorso marzo.

Nato a Lenola, in provincia di Latina, secondogenito di una famiglia di 4 figli, si laureò in Giurisprudenza ed in seguito in Lettere e Filosofia. Sin da giovane militò nelle formazioni comuniste clandestine: fiero oppositore del regime fascista, fu costretto a darsi alla macchia nel 1942, lavorando anche alle edizioni clandestine de L’Unità e partecipando attivamente alla Resistenza. Da allora Ingrao vestirà sempre i panni del dirigente di partito, traghettando il Partito Comunista Italiano nel corso dei passaggi essenziali della vita politica italiana.

Una delle definizioni che meglio descrive la sua passione politica e il suo rapporto con il partito, è quella che lo vuole "eretico senza scisma". Ingrao fu infatti uno dei primi a sollevare la questione del "diritto al dissenso" all'interno del movimento comunista, animando una controversa polemica interna al PCI. Allo stesso tempo, però, fu l'autore (da direttore) del famoso editoriale con cui L'Unità "difese" la scelta sovietica di invadere l'Ungheria nel 1956; così come scalpore destò la sua decisione di non "difendere" i dirigenti ingraiani espulsi dal partito nel 1969 (Pintor, Rossanda, Magri che poi animarono Il Manifesto). Anni dopo, però, ebbe l'onestà intellettuale e la forza per ammettere i suoi errori: "Esitai a rompere in ossequio a una gretta disciplina di partito. Mi sono pentito di pesanti errori che ho compiuto nella mia lunga vita di militante comunista".

Ma la sua resta la vita di un comunista autentico, come spiegava presentando le sue memorie, raccolte nel volume "Volevo la luna": "Non ho mai avvertito dentro di me una rottura con l'ideale e la prospettiva comunista, che resta il meglio della mia vita. Resta ciò che ho cercato di dare al mondo degli oppressi e degli sfruttati".

La sua prima elezione alla Camera dei deputati risale al 1948: da allora, Ingrao sarà eletto deputato per 10 legislature consecutive, prima di decidere di ritirarsi nel 1992, probabilmente anche a causa della sua opposizione al processo di rinnovamento del PCI intrapreso dall'allora segretario Achille Occhetto (come noto, Ingrao si oppose alla trasformazione del PCI in PDS, anche se in un primo momento restò nel partito). Non abbandonò però la politica attiva nemmeno dopo la decisione di non ricandidarsi: nel 1993 abbandonò il PDS e aderì a Rifondazione Comunista (partito al quale è rimasto iscritto fino al 2005), in polemica con gli allora dirigenti del PDS, continuando a rappresentare un punto di riferimento essenziale per la sinistra italiana. Alle politiche del 2013 si esprimerà a favore di Sinistra Ecologia e Libertà. È ricordato anche come il primo comunista ad aver avuto l'incarico di presiedere la Camera dei deputati: rimase in carica dal 1976 al 1979.

La scheda di Pietro Ingrao sul portale storico della Camera dei deputati:

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