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È morto Giovanni Sartori, politologo e scrittore

Si è spento all’età di 92 anni il politologo ed editorialista Giovanni Sartori.
A cura di Redazione
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Si è spento all’età di 92 anni Giovanni Sartori, politologo e firma di spicco del Corriere della Sera. Sartori è stato a lungo considerato fra i massimi analisti della politica italiana e nel corso della sua vita ha avuto modo di insegnare in prestigiose università internazionali, scrivendo libri tradotti in decine di lingue.

Sartori era nato a Firenze il 13 maggio del 1924 e dal 1956 era stato titolare della cattedra di Scienza della politica a Firenze, per poi diventare preside della Facoltà di Scienze Politiche negli anni a cavallo tra il 68 e il 71, in piena contestazione studentesca. Successivamente aveva insegnato nelle più prestigiose università statunitensi, diventando professore emerito della Columbia University. In Italia Sartori si era affermato come analista politico di primissimo livello, diventando, anche grazie alla partecipazione nelle trasmissioni televisive, un volto noto al grande pubblico, apprezzato per la sua capacità divulgativa e per la schiettezza con la quale andava dritto al punto della discussione.

L’elenco della produzione letteraria e filosofica di Sartori è notevolissimo (qui potete trovarlo in forma integrale), ma tra i volumi di maggior successo vanno ricordati “Democrazia e definizioni” (1957), “Partiti e sistemi di partito” (1965), “Il cittadino totale: partecipazione, eguaglianza e libertà nelle democrazie” (1977), “The Theory of Democracy Revisited” (1987), “La democrazia in trenta lezioni” (2008) e “La corsa verso il nulla”, che assume i contorni del manifesto politico di 60 anni di critica e analisi del sistema italiano e occidentale. Tra le altre cose, lo si ricorda anche come l'ideatore delle definizioni "Mattarellum" e "Porcellum" per le leggi elettorali degli ultimi anni.

Come si legge nel ricordo che sul Corsera gli ha dedicato Antonio Carioti, Sartori era “un moderato anticomunista («quando c’erano i comunisti», precisava), ma fermissimo nel denunciare il conflitto d’interessi che rendeva anomala la figura del politico imprenditore Silvio Berlusconi […] Laico ai limiti dell’anticlericalismo, Sartori fustigava energicamente la Chiesa cattolica per la sua posizione sul controllo delle nascite. Lo allarmava la condizione generale del pianeta, soprattutto per via della sovrappopolazione e della penuria d’acqua: anche qui era agli antipodi della destra indifferente ai rischi del mutamento climatico o addirittura propensa a negarli”.

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