È morto Emanuele Macaluso, storico dirigente del partito comunista
È morto Emanuele Macaluso. Lo storico dirigente del partito comunista italiano, memoria storica della sinistra nel nostro Paese, ci lascia a 96 anni. Nato e cresciuto a Caltanissetta, in Sicilia, da una famiglia operaia, Macaluso aveva sfidato la mafia fin da giovanissimo, poi era entrato nel partito comunista italiano clandestino. Con lo sbarco degli americani si dedicò all'attività sindacale. Nel 1947 è diventato segretario regionale della Cgil. Poi gli arresti, i processi per la sua attività sindacale. Nel 1962 lascia la segreteria regionale, sostituito da Pio La Torre – assassinato da Cosa nostra nel 1982 – e poi nel 1963 era stato eletto deputato.
Macaluso entra nella segreteria del Partito comunista italiano di Roma, come responsabile organizzativo. Nonostante l'amicizia personale con Enrico Berlinguer, si era dissociato dalla politica aggressiva nei confronti del Psi di Bettino Craxi. Anche se Macaluso, diventato direttore del quotidiano l'Unità tra il 1982 e il 1986, non si era tirato indietro nella polemica con i socialisti. Si creò una sintonia con Giorgio Napolitano, dopo che nel 1984 morì Berlinguer, e insieme fecero nascere l'area riformista nel Pci.
Nel Pds venne accusato di essere un esponente della vecchia politica, vicino al Psi. Non fu rieletto in Sicilia nel 1992, nel 1995 si dimette dalle cariche nel partito. Diventa editorialista e poi direttore del quotidiano Il Riformista, scrive saggi e due libri intervista. Macaluso chiedeva che la sinistra si collocasse chiaramente nella socialdemocrazia italiana, tenendosi lontano dalle operazioni che videro la nascita del Partito Democratico.