È morta Marisa Rodano, partigiana femminista e deputata nella prima legislatura: aveva 102 anni
Nella notte è morta Marisa Rodano, partigiana e politica che fu parlamentare nella prima legislatura della Repubblica italiana. Aveva 102 anni, ed era l'ultima persona rimasta in vita ad aver fatto parte di quella prima legislatura. Rodani nacque a Roma il 21 gennaio 1921, lo stesso giorno in cui a Livorno veniva fondato il Partito comunista italiano, come Maria Lisa Cinciari. Da giovane si unì alla Resistenza contro il fascismo, dopo essere stata anche detenuta nel carcere di Regina Coeli a Roma per le sue attività contro il regime.
Durante la Seconda guerra mondiale fu tra le fondatrici dell'Unione donne italiane, di cui fu anche presidente nazionale negli anni Cinquanta. Nel 1944 sposò Franco Rodano, di cui prese il cognome per l'attività politica. La notizia della morte è stata data dal genero, l'ex parlamentare Antonello Falomi.
In un'intervista a Fanpage.it, per il 25 aprile di due anni fa, Rodano dichiarò: "La Resistenza mi ha lasciato la convinzione che se si vuole un Paese civile, dove si possa vivere, bisogna combattere per conquistarlo". E sulla sua vita di lotta politica: "Sono soddisfatta del fatto che negli anni la situazione delle donne sia molto cambiata, nel senso che sono diventate più autonome, hanno conquistato il diritto di lavorare e nello stesso tempo di essere madri, hanno ricevuto misure di sostegno, di tutela della maternità. Penso per esempio a una cosa molto importante come il divieto di licenziamento in caso di matrimonio, che prima non c'era".
La carriera politica, dalla Camera a Strasburgo
Proprio come componente dell'Udi, Rodani partecipò alla riunione nel 1946 in cui si scelse la mimosa come fiore della Giornata internazionale della donna: "passammo in rassegna diverse possibilità: scartato il garofano, già legato al Primo maggio, la mimosa sembrava convincente, perché, almeno nei dintorni di Roma, fioriva abbondante e poteva esser raccolta senza costi sulle piante che crescevano selvatiche", raccontò la donna nel libro "Mimosa in fuga". In quell'epoca, la mimosa divenne anche simbolo della lotta politica delle donne italiane: "Mi ricordo che venivano sequestrati i mazzetti di mimosa, venivano fermate le donne. Ci organizzammo anche perché Giuseppe Di Vittorio, che allora era segretario generale della Cgil, facesse un giro per il comune di Roma ad offrire la mimosa alle donne
Entrata in Parlamento nel 1949 con il Pci, Rodano fu la prima donna a occupare la carica di vicepresidente della Camera. Lo fece tra il 1963 e il 1968. Fu poi senatrice, consigliera provinciale di Roma e, dal 1979 al 1989, parlamentare europea: a Strasburgo fu presidente della commissione d'inchiesta sulla condizione della donna e vicepresidente della commissione sui diritti delle donne. Con la fine della Prima Repubblica, entrò a fa parte del Pds, poi dei Democratici di sinistra.
Schlein: "La sua passione continuerà a guidarci"
La segretaria Elly Schlein si è espressa con una nota: "Esprimo a nome mio e di quello di tutta la comunità democratica il profondo cordoglio per la scomparsa di Marisa Rodano, donna combattente e appassionata, sempre in prima fila nella difesa dei valori della democrazia. Ma soprattutto una madre, sorella, compagna per tante donne nel cammino lungo e faticoso della parità. Le siamo riconoscenti e grate per tutto quello che ha fatto e continueremo a farci guidare anche dalla sua passione".
La senatrice del Pd Cecilia D'Elia, portavoce della conferenza nazionale delle donne dem, ha commentato sui social: "È morta una persona rara, protagonista di tante battaglie per la democrazia, la giustizia sociale, la libertà delle donne". Anche Maria Elena Boschi, di Italia viva, ha scritto: "Con la sua scomparsa perdiamo un pezzo fondamentale della storia della Repubblica italiana. Ci lascia un'eredità preziosa". Il presidente nazionale dell'Anpi, Giancarlo Pagliarulo, ha dichiarato: "L'Anpi terrà Marisa Rodano nel cuore e nella responsabilità di ricostruire unitariamente un senso e una prospettiva di umanità, oggi più che mai urgenti".