È indagato il fotografo che diffuse foto personali della moglie di Aboubakar Soumahoro
È sotto indagine il fotografo che scattò foto di nudo a Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, e le diffuse online. L'uomo, di nome Elio Leonardo Carchidi, sarebbe stato inserito nel registro degli indagati dalla Procura di Roma a inizio luglio, secondo quanto riportato da Repubblica.
La denuncia era partita a dicembre 2022, quando le foto – già online da tempo – avevano avuto una fortissima circolazione sia online che su alcuni giornali nazionali. Così, l'ipotesi è di diffusione illecita di dati sensibili, mentre altre persone sarebbero indagate per diffamazione per averle condivise ulteriormente.
Il caso aveva avuto una forte risonanza perché Murekatete si trovava al centro di un'altra indagine, in cui è indagata dalla Procura di Latina per la gestione della cooperativa Karibu. In questo ambito, la madre della donna ha ammesso che ci sono stati stipendi non pagati per due anni. Mentre l'attenzione mediatica era concentrata sulle indagini, hanno avuto un'improvvisa circolazione delle foto di nudo di Murekatete, scattate nel 2012 e che si trovavano sul blog del fotografo in questione.
Carchidi, all'epoca intervistato da Dagospia, aveva detto che le immagini si trovava "sul sito dal 2012", e aveva affermato: "Sono sommerso dai download del sito, dalle persone che mi chiamano e mi scrivono per vederle e dai giornalisti. Sono spiazzato perché non era il mio obiettivo".
L'uomo è stato interrogato dalla polizia e la sua linea è rimasta la stessa, cioè che le foto fossero state pubblicate ben prima degli avvenimenti che hanno reso Murekatete una figura di rilievo nella cronaca nazionale. Sarebbe quindi da chiarire se fosse legale pubblicarle, con o senza il consenso della donna, dato che i legali di questa affermano che fossero immagini non destinate alla divulgazione: "Sono foto personali" la cui diffusione "mi ha devastata psicologicamente", aveva affermato Murekatete.
La linea dell'accusa, dunque, è che le foto non si potessero pubblicare in ogni caso, neanche nel 2012. Non solo, ma ci sarebbe un dettaglio in più: il cognome della donna sarebbe stato aggiunto, nella didascalia delle foto, solo una volta che il caso mediatico era scoppiato. Questo avrebbe quindi reso molto più facile rintracciare le immagini online – cosa che sarebbe stata decisamente più complicata senza il nome completo della donna – e avrebbe quindi contribuito alla diffusione.
L'avvocato di Carchidi ha invece smentito questa interpretazione, affermando che il suo assistito "non ci ha guadagnato nulla". Anzi: "Dopo che sono apparse su altri siti le ha immediatamente rimosse dal blog, non sapeva nemmeno chi fosse Soumahoro". Resta da vedere cosa ne penserà la Procura: se sarà convinta, e lascerà cadere le indagini sul fotografo, o se invece chiederà al Gip un rinvio a giudizio.