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“È femmineo ma vuole mostrare muscoli in Ucraina”: Menia (FdI) parla così di Macron, scoppia polemica

Il senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia ha causato una bufera di polemiche che ha obbligato anche il suo capogruppo Lucio Malan a parlare di una “espressione infelice”: durante la seduta in Senato ha parlato del presidente francese Emmanuel Macron, deridendolo e definendolo “femmineo”.
A cura di Luca Pons
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"La pace non si fa alzando la bandiera bianca, e non si fa nemmeno ipotizzando interventi militari per i pruriti muscolari di uno che di solito invero si dimostra piuttosto femmineo. E capite di chi parlo". Con queste parole Roberto Menia ha deriso Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese che negli ultimi giorni ha parlato della possibilità di un intervento della Nato in Ucraina.

Nel suo intervento, Menia stava rispondendo alle comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 21-22 marzo. La presidente del Consiglio aveva parlato anche della proposta francese, dicendosi contraria: "La nostra posizione non è favorevole in alcun modo a questa ipotesi, che consideriamo foriera di un'escalation pericolosa da evitare invece a ogni costo". Menia poi ha voluto rincarare la dose, suscitando le proteste delle opposizioni: "Lo sapevo che qualche anima candida si sarebbe sconvolta", ha aggiunto.

Sono arrivati rapidamente i commenti. In Aula, il capogruppo del Pd Francesco Boccia ha chiesto: "Ci chiediamo se le parole del senatore Menia siano le parole del gruppo di FdI e della maggioranza". "Non c'è niente da fare: il lupo perde il pelo, indossa il doppiopetto ma non il vizio (fascista) di denigrare, offendere e insultare chi in Europa considera avversari. La premier Meloni non ha nulla da dire?", ha scritto il senatore dem Antonio Misiani. Matteo Renzi, che ha parlato poco dopo Menia, ha a sua volta attaccato: "Dimostra la vostra incultura e la vostra mancanza di rispetto. Io sono contrario a quello che dice Macron in questi ultimi giorni, ma non scendo a questo livello".

Carlo Calenda ha commentato a LaPresse: "Sono matti. Io non sono d'accordo con Macron, ma queste sono follie, è gente che non sa stare al mondo. Pagate una cura a Menia, queste cose distruggono la reputazione dell'Italia". Dalla Lega, il senatore Gian Marco Centinaio, che durante l'intervento presiedeva l'Aula, si è limitato a dire: "Ogni senatore in Aula si assume la responsabilità di quello che dice. Personalmente penso che in Aula si debbano tenere delle espressioni consone al luogo in cui siamo".

È arrivato un passo indietro anche dal capogruppo al Senato di Fratelli d'It: alia, Lucio Malan: "Penso che abbia usato una espressione infelice", ha dichiarato, per poi spiegare: "Il presidente Macron ha fatto questa evocazione che ha portato a evidenziare una divisione che in realtà non c'è in Europa. L'espressione è stata infelice, ma il significato era quello: Macron di solito non ha certamente un atteggiamento bellicoso mentre ora abbiamo questa uscita che peraltro ha fatto un danno all'Europa".

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