È boom di adesioni per il referendum sulla cittadinanza: superate le 300mila firme
A quasi una settimana dalla scadenza per la raccolta, le firme per il referendum sulla cittadinanza hanno superato quota 300mila. Nelle ultime ore, sul sito istituzionale in cui è possibile firmare, si è registrato un boom di adesioni, grazie alla mobilitazione di celebrità e personaggi famosi che hanno promosso l'iniziativa. Tra loro, Roberto Saviano, Zerocalcare, Alessandro Barbero, Ghali, Dargen D'Amico, Giuliano Sangiorgi, Levante e molti altri.
Il referendum era stato lanciato a inizio settembre dal segretario di +Europa, Riccardo Magi, tra i principali promotori assieme ad altri partiti, tra cui i Radicali italiani e il Partito socialista italiano, e diverse associazioni, come Italiani senza cittadinanza e Asgi.
Cosa chiede il referendum sulla cittadinanza
La proposta chiede di modificare la legge sulla cittadinanza, risalente al 1992, riducendo da 10 a 5 gli anni di residenza richiesti. In sostanza il quesito interviene abrogando due piccole parti della norma, ovvero quelle riferite al tempo minimo di residenza necessario per ottenere la cittadinanza.
Oggi, infatti, chi è nato o cresciuto in Italia da genitori stranieri può diventare cittadino italiano una volta compiuti i 18 anni d'età, purché faccia richiesta entro l'anno e abbia risieduto legalmente e senza interruzioni sul territorio per almeno 10 anni.
La modifica proposta dal referendum abbasserebbe questa soglia, riportandola ai cinque anni, com'era prevista prima del 1992 e com'è stabilito in diversi Paesi Ue. Il che significherebbe consentire agli oltre 2,5 milioni di potenziali beneficiari di non dover più attendere dieci anni dall'ottenimento della residenza in Italia per conseguire la cittadinanza, ma un tempo più ridotto.
Si tratta, di per sé, di una piccola modifica, dal momento che gli altri requisiti – come la conoscenza della lingua italiana, l'idoneità professionale o il possesso di adeguate fonti economiche – restano intatti. Ma l'impatto di questo intervento potrebbe comunque essere rivoluzionario, specie se si considera che il dibattito in corso al Parlamento potrebbe arenarsi.
Come sta andando la raccolta firme per il referendum sulla cittadinanza
Dopo rifiuto da parte di Forza Italia di firmare l'emendamento di Azione per introdurre lo Ius scholae, su cui Antonio Tajani si era detto favorevole in estate, ora gli azzurri sembrano temporeggiare. Il vicepremier ha comunicato la sua intenzione a lavorare su una proposta di legge in materia, ma trovare l'intesa con gli alleati sarà complicato. Per Lega e Fratelli d'Italia infatti, la legge sulla cittadinanza non ha bisogno di essere modificata, per cui è difficile credere che dai due partiti possa arrivare il via libera a una riforma seppur formulata dal partner di governo.
Nel frattempo le opposizioni, da Pd a M5s e Avs, hanno depositato diverse mozioni, la cui discussione alla Camera dovrebbe cominciare questa settimana, dopo giorni di continui slittamenti. Anche per questo motivo, il referendum lanciato da +Europa potrebbe consentire di compiere finalmente un passo avanti nel dibattito sulla cittadinanza.
Attualmente, sul portale istituzionale attraverso cui è possibile sostenere l'iniziativa, sono quasi 315 mila le firme raccolte. Dopo una partenza a rilento, la raccolta ha visto un incremento notevole delle adesioni, con una media di 65mila firme al giorno, riferiscono i referenti del Comitato promotore. Ma a rivelarsi determinante è stato soprattutto il sostegno di moltissimi volti noti, che nelle ultime 48 ore ha raddoppiato il numero delle adesioni.
Ora, l'obiettivo delle 500mila firme, da raggiungere entro la data del 30 settembre, sembra meno lontano. Resta un'ultima settimana e in questi giorni, il livello di attenzione che la mobilitazione riuscirà a mantenere attorno all'iniziativa sarà decisiva per il futuro del referendum.