In tempi di spending review e di manovre "lacrime e sangue", non può non saltare agli occhi l'ennesimo "caso" sollevato da un'interrogazione parlamentare rivolta al ministro Elsa Fornero a firma Di Pietro, Donadi, Borghesi, Evangelisti, Messina, Rota e Paladini. In discussione l'avviso per un appalto pubblico per l'affidamento di servizi di sviluppo software, gestione dei siti web e di publishing redazionale, pubblicato sul sito dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. In pratica l'INAIL darà in affido i servizi connessi al proprio sito web, attraverso un bando diviso in due lotti per una spesa che potrebbe arrivare fino a 25 milioni. Ne avevamo parlato qualche giorno fa nella nostra area tech, con un post in cui ripercorrevamo l'iter procedurale seguito dall'Inail.
In poche parole verranno presumibilmente spesi circa 20 milioni al netto dell'IVA per lo sviluppo, la manutenzione, il supporto applicativo e quello specialistico di "siti web", per i cui servizi editoriali (per 48 mesi) sono previsti almeno altri 4,6 milioni di euro. Una cifra che definire "folle" è un eufemismo, proprio in relazione alla necessità di ottimizzare le spese e ridurre i costi di gestione della pubblica amministrazione. Gli stessi deputati dell'Italia dei Valori poi fanno notare il paradossale contrasto fra un simile volume di spesa e alcuni "vergognosi risarcimenti" alle vittime di infortuni sul lavoro (viene citato il caso di Matteo Armellini, l'operaio di 31, schiacciato dal crollo del palco che avrebbe dovuto ospitare il concerto di Laura Pausini). Certo, resta la magra consolazione di "un'asta la ribasso", ma davvero la vicenda meriterebbe indagini ben più approfondite. E, nonostante la risposta della Fornero (che ha parlato di rispetto delle procedure e di analisi approfondita), la sensazione è quella di essere di fronte ad un nuovo www.italia.it, uno dei casi più eclatanti di gestione allegra del denaro pubblico e di "abuso della pazienza dei cittadini".
Ecco nel dettaglio, i punti salienti dell'interrogazione presentata dall'IDV:
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che: La base d'asta massima non superabile (asta al ribasso) per il lotto 1 è di 20.113.000 euro, al netto dell'iva; mentre la base d'asta massima per il lotto 2 è di 4.666.200 euro, al netto dell'iva; la durata dell'appalto per il lotto 1 è di «48 mesi dalla data di inizio attività, di cui gli ultimi 12 mesi ai soli fini della manutenzione correttiva in garanzia»; per il lotto 2 di «36 mesi dalla data di inizio attività»; l'apertura delle offerte, da bando, è avvenuta il 18 settembre 2012 presso gli uffici di Consip s.p.a., in Roma; la gara, infatti, è la prima indetta dalla Consip s.p.a. per la fornitura di servizi per l'Inail, «nell'ambito della convenzione firmata lo scorso 13 luglio, che disciplina il supporto di Consip per l'acquisto di beni e servizi dell'Istituto e si inserisce compiutamente nell'ambito delle più moderne ed efficienti strategie di razionalizzazione e contenimento della spesa, di cui ai recenti provvedimenti sulla spending review», come ha fatto sapere l'Inail attraverso un comunicato stampa del 2 agosto 2012, pubblicato sul sito dell'ente; secondo l'Inail l'iniziativa «produrrà un risparmio stimato di circa 4 milioni di euro per l'istituto, grazie all'introduzione di meccanismi innovativi per la gestione della fornitura»; i siti e le piattaforme multimediali per le amministrazioni pubbliche sono di fondamentale importanza, perché devono assicurare un'informazione aggiornata e un'interazione diretta dei cittadini con esse; non è giustificabile, tuttavia, che la realizzazione di siti e servizi collegati costi a un ente pubblico, come l'Inail, la spesa stratosferica massima di 25 milioni di euro; si tratta di un importo spropositato, che riporta immediatamente alla mente lo scandalo del portale web www.italia.it, voluto nel 2004 dal Governo Berlusconi per promuovere l'immagine turistica dell'Italia all'estero, a suo tempo ribattezzato il sito più caro del mondo e rivelatosi uno sperpero, senza precedenti, di milioni di euro di denaro pubblico;
il precedente citato ricorda come un'amministrazione pubblica possa gestire la realizzazione di un portale internet – per quanto ampio e complesso – senza alcuna cognizione di causa e senza alcun riferimento ai valori di mercato; nel caso dell'Inail si ignora quale sia stata e da chi sia stata fatta l'analisi tecnica e di fattibilità, che ha portato a fissare la base d'asta a 20 milioni di euro per la costruzione e migrazione del sito e a 5 milioni per la gestione dei contenuti; si ignora, altresì, quali fossero i costi della precedente piattaforma web dell'Inail e della sua gestione, se, come dichiara l'ente, la nuova gara consentirà di risparmiare addirittura 4 milioni di euro; la sensazione è che si tratti ancora una volta di sperpero di danaro pubblico, aggravato dal fatto che questo denaro viene sottratto alle casse dell'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Non sarebbe la prima volta, anzi è prassi, che le risorse delle casse previdenziali e assicurative vengono distratte per altri fini.
Aggiornamento – Grazie alla segnalazione dello stesso Antonio Di Pietro, siamo in grado di mostrarvi il video dell'intervento in Aula di Antonio Borghesi e della risposta del ministro Elsa Fornero (che in sostanza ricorda l'inadeguatezza del "profilo infrastrutturale e tecnologico del sito" e parla di "risparmi economici per circa 10 milioni" da un raffronto con la gestione precedente e di una fantomatica "attività redazionale e non giornalistica"). Ovvia la considerazione dell'onorevole Borghesi che, sottolineando come il bando sembra cucito addosso ad una determinata azienda, ricorda come "questa attività possa essere svolta con un decimo di quella cifra" . A voler essere generosi, ci sentiamo di aggiungere…