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Due milioni di donne denunciano di aver subito molestie sul lavoro almeno una volta nella vita

In un report dell’Istat si sottolinea come l’81,6% delle persone che ha subito molestie sul lavoro almeno una volta nella vita sia donna. In numeri assoluti parliamo di 1 milione e 900 mila donne.
A cura di Annalisa Girardi
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Quasi due milioni di donne, precisamente 1 milione e 900 mila, ha raccontato di aver subito almeno una molestia sul lavoro nel corso della sua vita. Un numero destinato a essere sottostimato, considerando le difficoltà che molte donne hanno a denunciare (solo il 2,3% ha contattato le forze dell'ordine in situazioni di questo tipo) e anche il fatto che troppo spesso si tenda a minimizzare quelle che invece sono vere e proprie forme di violenza, fisica e psicologica. L'Istat ha pubblicato un reportLe molestie: vittime e contesto – riferito agli anni 2022 e 2023 in cui si fotografa questo fenomeno pietoso: tra  sguardi, offese, proposte indecenti, fino alle molestie fisiche, l'Istituto nazionale di statistica stima che il 13,5% delle donne di 15-70 anni (che lavorano o hanno lavorato) abbia subito molestie sul lavoro a sfondo sessuale nel corso della sua vita.

Una percentuale che si alza nelle fasce più giovani, arrivando al 21,2% tra i 15 e i 24 anni, e che crolla invece se si considerano gli uomini: il 2,4%, sempre tra i 15 e i 70 anni, racconta di aver subito molestie sul lavoro. In numeri assoluti parliamo in totale di 2,3 milioni di persone, di cui appunto 1,9 milioni sono donne. Nel report si sottolinea anche come queste molestie vengano subito anche al di fuori el mondo del lavoro, tra messaggi, mail e social media.

Secondo la direttiva europea del 2006, per molestia sessuale si intende "qualsiasi forma di comportamento indesiderato, verbale, non verbale o fisico, di natura sessuale, avente lo scopo o l'effetto di violare la dignità di una persona, in particolare quando crea un ambiente intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo". Nel 2021 l'Italia ha ratificato la Convenzione dell'Organizzazione mondiale del lavoro che stabilisce anche l'importanza di monitorare il fenomeno, nel tentativo di sradicarlo. L'Istat ha quindi raccolto i dati sulle molestie sul lavoro, evidenziando come l'81,6% delle persone che racconta di averle subite siano donne. A queste si aggiungono anche 298mila donne che ha subito ricatti sessuali sul lavoro, o per ottenere il posto o per un avanzamento di carriera.

Nel report si legge:

Nel corso della vita il 12,1% delle donne e l’1,8% degli uomini subiscono offese attraverso sguardi inappropriati e lascivi che mettono a disagio, la proposta di immagini o foto dal contenuto esplicitamente sessuale che offendono, umiliano o intimidiscono, scherzi osceni di natura sessuale o commenti offensivi sul corpo o sulla vita privata, in altri casi subiscono avances inappropriate, umilianti oppure offensive sui social, o ricevono email o messaggi sessualmente espliciti e inappropriati. Mentre il 5,9% delle donne e l’1% degli uomini ricevono proposte inappropriate di uscire insieme che offendono, umiliano intimidiscono o che si spingono a richieste di qualche attività sessuale, anche attraverso regali indesiderati di natura sessuale.

Una percentuale pari al 2,6% delle donne e allo 0,2% degli uomini sono invece vittime di molestie di natura fisica. Queste ultime sono agite in particolar modo sulle fasce più giovani della popolazione raggiunta dall’indagine, con una prevalenza del 3,4% dei giovani tra i 15 e i 24 anni.

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L'indagine è svolta insieme a Eurostat. Sulla situazione nel resto dell'Ue, si legge:

A livello europeo la situazione è molto varia: si va dai valori più alti, pari ad oltre il 50% di donne che hanno subito molestie sul posto di lavoro nel corso della vita in Finlandia e in Slovacchia ai valori minimi di Lettonia (11,1%), Bulgaria, Portogallo (entrambi i Paesi 12%) e Polonia (13%), cui segue l’Italia.

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