Due anni per una mammografia, 20mila medici mancanti: il report del Terzo polo sulla sanità
La condizione della sanità italiana continua a peggiorare. Un lungo report del Terzo polo, annunciato ieri dal leader di Azione Carlo Calenda a Roma, mette in evidenza le difficoltà del sistema sanitario nazionale e propone alcune soluzioni. A preoccupare di più, però, sono i dati: mancano oltre 20mila medici e 63mila infermieri, e quelli che lavorano lo fanno con stipendi nettamente inferiori alla media Ue, 1.410 euro al mese contro 1.900; le strutture sono vecchie e i medici abbastanza anziani, oltre la metà hanno più di 55 anni, mentre il 60% degli ospedali ne hanno oltre quaranta; nel 2024 la spesa sulla sanità in rapporto al Pil sarà del 6,4%, meno rispetto a quanto si spendeva prima del Covid.
Il report presentato dal leader di Azione, però, ha un altro passaggio particolarmente inquietante: le liste d'attesa. Si può arrivare a 24 mesi per una mammografia, 13 per un'ecografia, 12 per una tac, 6 per una risonanza magnetica, 3 per una colonscopia. Non va meglio con le visite specialistiche: si arriva a 12 mesi per una diabetologica, 10 endocrinologica, 4 ginecologica e 2 cardiologica.
Secondo i calcoli contenuti nel report ci sono 98 milioni di prestazioni sanitarie arretrate, che comportano un danno per la salute e anche per l'economia. Prevenire è meglio che curare, da tutti i punti di vista. Soprattutto se si tratta di cancro: sono due milioni e mezzo gli screening oncologici saltati a causa della pandemia di Covid, che si stima individueranno circa 15mila tumori.
Le proposte del Terzo polo sulla sanità
Oltre a presentare questo lungo lavoro sui dati, il Terzo polo ha proposto anche una serie di soluzioni nel breve, medio e lungo periodo. Per aumentare l'offerta nell'immediato si può sovvenzionare l'utilizzo dell'intramoenia – che prevede un costo a carico del cittadino – ma anche affidare a strutture accreditate gli esami diagnostici che il pubblico non riesce a effettuare. Nel medio e lungo periodo la proposta è potenziare l'organico delle strutture sanitarie e sviluppare la telemedicina. Ma anche potenziare medicina territoriale e la prevenzione.
Un'attenzione particolare viene posta sulla situazione nei pronto soccorso – considerato uno degli aspetti più critici dell'emergenza sanitaria – dove mancano almeno 4.500 medici. L'obiettivo è duplice: potenziare il reclutamento e ridurre gli accessi superflui; così si combatte il fenomeno del boarding, ovvero l'attesa del posto letto da parte del paziente.