Draghi vuole mantenere lo stato d’emergenza Covid oltre il 31 luglio: ipotesi proroga a fine anno
L’attuale scadenza è quella del 31 luglio, poi lo stato di emergenza per il Coronavirus potrebbe anche non essere prorogato. O, almeno, così sembrava fino a poche ore fa, stando alle dichiarazioni di alcuni ministri. Prima Mariastella Gelmini, poi anche il ben più rigorista Roberto Speranza. Eppure a Palazzo Chigi sembra tirare un’aria diversa, con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, pronto a prorogare lo stato d’emergenza, forse addirittura fino alla fine dell’anno. I poteri straordinari sono utili per gestire l’epidemia e per agire senza i vincoli normalmente vigenti, anche in previsione di un completamento della campagna vaccinale che si annuncia tutt’altro che semplice. L’idea che si sta facendo largo a Palazzo Chigi è quella di prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 dicembre 2021.
Perché Draghi vuole prorogare lo stato d'emergenza
L’emergenza sanitaria non finirà a luglio, è il ragionamento portato avanti da Draghi: in estate la campagna vaccinale sarà nel vivo più che mai, tanto che la previsione è quella di raggiungere l’80% della popolazione solamente a fine settembre. Non va inoltre sottovalutato il rischio derivante dalla variante indiana e la difficile ripartenza dopo l’estate, quando tutte le attività lavorative torneranno a pieno ritmo e anche le scuole riapriranno a tutti gli studenti, almeno secondo gli obiettivi del governo. In un frangente del genere, secondo Draghi, poter agire con immediatezza e con maggiori poteri è fondamentale. C’è poi un altro problema che verrebbe posto dalla mancata proroga dello stato di emergenza e l’ha spiegato ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Dovremmo individuare una strada normativa per prolungare l’attività del Comitato tecnico-scientifico e della struttura del commissario Figliuolo”.
I punti cruciali: campagna vaccinale e misure urgenti
Nessuna norma ad hoc, quindi, per mantenere in sella Figliuolo e il Cts, in caso di proroga fino a fine anno. Estendere l’emergenza garantirebbe anche la possibilità di ricorrere ai dpcm dove necessario (anche se ora, va detto, il ricorso è ormai minimo). E introdurre eventuali nuove restrizioni per contenere i contagi sarebbe più semplice, anche per i casi delle regole relative alla quarantena per chi torna dall’estero. Il punto principale resta però quello della campagna vaccinale, per cui il presidente del Consiglio ritiene necessari i poteri speciali. Tanto più in un momento in cui la questione degli approvvigionamenti è cruciale, dopo lo stop ad AstraZeneca per gli under 60 e la necessità di sostituire queste dosi con quella i Pfizer e Moderna. Inoltre c’è da pensare all’organizzazione della somministrazione della terza dose, probabilmente necessaria in autunno. Infine, ultimo punto – ma non meno rilevante per Palazzo Chigi – è l’utilità dei maggiori poteri anche per arginare le Regioni e le loro eventuali fughe in avanti. Che siano sulle riaperture e le restrizioni o sulla campagna vaccinale. Anche perché la fine dello stato d’emergenza farebbe tornare la gestione del Coronavirus in capo agli enti territoriali normalmente competenti sui singoli temi, Regioni comprese.