Ucraina, Draghi: “Da noi ancora sostegno contro l’invasione russa, ma spingiamo sui negoziati”
"L'Ucraina ha ancora bisogno del nostro sostegno, ma dobbiamo far ripartire con forza i negoziati, per impedire che la crisi umanitaria continui ad aggravarsi". Così il presidente del Consiglio Mario Draghi interviene al Senato in un'informativa urgente sulla guerra in Ucraina e le sue conseguenze per l'Italia e l'Unione europea.
Secondo il premier "la speranza dell'esercito russo di conquistare tutta l'Ucraina in poco tempo si è scontrata con la forza dell'esercito ucraino, che ha respinto i tentativi di conquistare tutto il sud-est del Paese". Draghi ringrazia quindi l'ambasciatore italiano Zazo per la grande professionalità dimostrata finora e spiega come il nostro Paese abbia offerto il suo sostegno per indagare su possibili crimini di guerra da parte russa a Kiev e dintorni. Non solo: l'Italia è pronta a rafforzare l'impegno a favore della Nato in Ungheria e Bulgaria "con rispettivamente 250 e 750 unità, in linea con l'azione dei nostri alleati", oltre a valutare "il sostegno alla Romania per lo sminamento marittimo del Mar Nero e anche alla Slovacchia nella difesa antiaerea".
Ma più in generale servirebbe "la razionalizzazione della spesa militare in Ue, la cui distribuzione è inefficiente, con un coordinamento degli investimenti in sicurezza. Come detto da Mattarella, nel lungo termine ci sarà bisogno di uno sforzo creativo su un modello di conferenza di Helsinki (da cui nacque l'Osce ndr)". Mentre sulla decisione di espellere 24 diplomatici italiani da parte della Russia, il premier parla di "atto ostile che ricalca decisioni simili prese verso altri Paesi europei e risponde a espulsioni di diplomatici da parte italiana".
In tutto ciò, per il numero uno del governo, è però "essenziale mantenere canali di dialogo con la Federazione russa, perché è soltanto da questi canali che può emergere una soluzione negoziale". Se si può parlare di questo dialogo, secondo Draghi, è merito della resistenza Ucraina. L'Italia, in un quadro del genere, si muoverà al livello bilaterale e insieme ai partner europei e gli alleati americani, ma "dovrà essere Kiev a decidere che pace accettare, perché se non fosse accettabile dall'Ucraina non sarebbe nemmeno sostenibile". Il premier annuncia poi che a luglio sarà ad Ankara, per un vertice bilaterale con la Turchia. Obiettivo dell'incontro sarà rafforzare i rapporti tra i due Paesi, dopo i diversi scambi al vetriolo tra Draghi ed Erdogan (definito "dittatore"), ma anche discutere di questioni geopolitiche, a partire dalla situazione in Ucraina.
Infine sul gas, secondo il premier, "potremmo renderci indipendenti dalla Russia nel secondo semestre del 2024: i primi effetti di questo processo si vedranno già alla fine di quest'anno".