Draghi: “Non posso ignorare mobilitazione del Paese, con nuovo patto politico di fiducia io resto”
"Voglio spiegare a voi e a tutti gli italiani le ragioni delle mie dimissioni. Mattarella mi affidò l'incarico di guidare il governo per affrontare le tre emergenze, pandemica, economica e sociale. Tutti i principali partiti risposero all'appello. Nel discorso di insediamento feci riferimento allo spirito repubblicano del governo, basato sull'unità nazionale. Ritengo che un presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori debba avere in Parlamento il più ampio consenso possibile, ancor di più in un contesto di emergenza. L'ampissimo consenso ci ha permesso tempestività nelle decisioni. Le forze di maggioranza a lungo hanno saputo mettere da parte le divisioni per il bene dei cittadini". Ha iniziato così il suo discorso in Senato Mario Draghi, un passaggio resosi necessario dopo lo strappo del Movimento Cinque Stelle sul decreto Aiuti e la conseguente apertura della crisi di governo.
"Siamo riusciti a superare la fase più acuta della pandemia e a dare slancio alla ripresa economica. Abbiamo anche reagito con assoluta fermezza all'invasione russa dell'Ucraina" – ha proseguito il presidente del Consiglio – "Il merito di questi risultati è stato vostro e della vostra disponibilità a mettere da parte le differenze per il bene del Paese. La vostra è stata la migliore risposta all'appello di Mattarella e alla richiesta di serietà dei cittadini. Gli italiani hanno sostenuto a loro volta questo miracolo civile, penso al rispetto delle restrizioni Covid o all'accoglienza ai profughi ucraini. Mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano".
E ancora: "Purtroppo con il passare dei mesi le forze politiche hanno posto un crescente desiderio di distinguo e divisione. In politica estera abbiamo assistito a tentativo di indebolire la nostra posizione sull'Ucraina. Le richieste di indebitamento si sono fatte maggiori, proprio quando era importante risanare il debito. Come ho detto in Cdm il voto di giovedì scorso ha certificato la fine del patto di fiducia che ha tenuto insieme la maggioranza. Non votare la fiducia a un governo di cui si fa parte è un gesto politico chiaro, è impossibile ignorarlo. È impossibile contenerlo, perché allora chiunque potrebbe ripeterlo. Non è possibile minimizzarlo perché viene dopo mesi di strappi e ultimatum. L'unica strada se vogliamo restare insieme è ricostruire da capo questo patto, con coraggio e altruismo. A chiederlo sono soprattutto gli italiani, si tratta di un sostegno immeritato, ma per cui sono estremamente grato".
Quindi Draghi ha sottolineato come il senso della giornata in Senato sia proprio quello di capire se ci siano le condizioni per stringere un nuovo patto di fiducia e quindi formare di nuovo la maggioranza. "Ora c'è bisogno di un sostegno convinto all'esecutivo. Non di proteste non autorizzate e talvolta violente contro la maggioranza di governo", ha ribadito. "All'Italia non serve una fiducia di facciata che svanisca davanti ai provvedimenti scomodi, serve un nuovo patto serio? I partiti, e voi parlamentari, siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti a confermare quello sforzo che avete compiuto nei primi mesi e che si è poi affievolito? Sono qui in Aula oggi solo perché gli italiani lo hanno chiesto. La risposta a queste domande non la dovete dare a me, ma a tutti gli italiani", ha concluso.