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Guerra in Ucraina

Russia-Ucraina, Draghi: “Non ci aspettiamo taglio delle forniture gas, Ue valuta acquisti congiunti”

“Biden ha promesso di aiutare l’Europa, è consapevole del fatto che queste sanzioni colpiscano molto più noi che loro. La prima misura annunciata è quella dell’invio di gas liquido”, ha detto Mario Draghi alla fine del Consiglio europeo. Al tempo stesso, “non ci aspettiamo una riduzione delle forniture di gas russo”, ha precisato.
A cura di Annalisa Girardi
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Quello che si è appena concluso è stato "un Consiglio europeo molto importante" e preceduto anche da un vertice Nato e uno del G7. Tutti dedicati chiaramente al tema della guerra in Ucraina. "Nel Consiglio Ue abbiamo parlato sostanzialmente di energia, della posizione dell'Unione verso l'Ucraina e abbiamo confermato alcune decisioni prese in sede Nato e G7. Ma gran parte della discussione si è concentrata sulla crisi energetica: ci sono stati dei passi avanti verso decisioni da prendere insieme in un momento molto difficile": sono le parole di Mario Draghi da Bruxelles, dove si è appena concluso il Consiglio europeo iniziato ieri.

"Abbiamo esaminato diversi aspetti. La Commissione qualche giorno fa in un documento aveva presentato diverse opzioni e queste sono state discusse. La situazione di partenza dei vari Paesi per quanto riguarda infrastrutture e approvvigionamento energetico è molto diversa: ci sono Paesi che non dipendono quasi per nulla dal carbone, dal petrolio e dal gas, ma essenzialmente dal nucleare, e invece altri che dipendono ancora da queste fonti. Non è semplice decidere cosa fare con aumenti dei prezzi del genere. L'importante era non uscire divisi dalla discussione. Siamo stati soddisfatti dalle conclusioni. Abbiamo parlato anche della possibilità di mettere un tetto al prezzo del gas. Ora la Commissione esplorerà le varie opzioni con gli stakeholders, cioè le grandi società elettriche e petrolifere. Ci sarà poi un Consiglio dei ministri dell'Energia e verso maggio contiamo di avere delle proposte concrete", ha detto Draghi. Aggiungendo che per maggio si attende anche il verdetto della Commissione sulla possibilità di spacchettare la formazione del prezzo dell'energia elettrica da quello del gas.

Proprio sul gas, il presidente del Consiglio ha commentato la decisione di acquistare più gas dagli Stati Uniti: "Biden ha promesso di aiutare l'Europa, è consapevole del fatto che queste sanzioni colpiscano molto più noi che loro. La prima misura annunciata è quella dell'invio di gas liquido, di circa il 10% dell'intero consumo dell'Ue. Oggi noi in Italia abbiamo a disposizione tre rigassificatori, il ministro Cingolani ha avuto il via libera per acquistarne altri due galleggianti". Entro un paio di settimane, ha aggiunto Draghi, il governo conta comunque di presentare al Paese un piano di diversificazione dettagliato sulle fonti energetiche.

Invece, sulle dichiarazioni di Vladimir Putin che ha affermato di accettare solo rubli per il gas russo, Draghi ha ribadito come si tratti di una violazione dei contratti che prevedono il pagamento in euro e dollari. "Non ci aspettiamo una riduzione delle forniture. Siamo il principale acquirente di gas russo, dovremmo utilizzarlo noi il potere di mercato non la Russia. È anche il motivo per cui possiamo mettere un tetto ai prezzi, perché siamo praticamente l'unico acquirente. Per questo la Commissione ha anche proposto la possibilità di acquisti congiunti coordinati appunto dall'Ue".

Sulle posizioni dei leader italiani rispetto a Mosca e Putin, il presidente del Consiglio ha tagliato corto: "Io già dissi che non è questo il momento di andare a guardare le cose fatte e dette in passato, ognuno fa i conti con la propria coscienza su questo. Ora bisogna pensare al presente e restare uniti. Poi i conti si fanno con la coscienza e con il proprio elettorato, ma non in questo momento". Su Putin, Draghi ha detto: "Il modo migliore per dimostrare di volere la pace è cessare le ostilità e sedersi al tavolo. In un qualche momento Putin si siederà al tavolo, ma speriamo che questo avvenga prima della distruzione totale dell'Ucraina. Se non l'ha ancora fatto è perché sta prendendo tempo. I nostri sforzi non hanno prodotto niente, ma sono serviti comunque: nel momento in cui si arriverà a quel tavolo noi ci saremo".

Invece, sulla questione dell'aumento delle spese militari, Draghi ha detto: "Stiamo cercando la pace, io e tutti gli altri leader Ue. Il 2% fu un impegno preso dal governo italiano nel 2006 e confermato da tutti i governi da allora. Non ci sono mai state discussioni su queste conferme. Ora ne stiamo parlando urgentemente perché la Russia ha invaso l'Ucraina. Riarmarsi significa diverse cose: per l'Italia tutto ciò avviene all'interno di una difesa europea, che è fondamentale. Perché è la garanzia che noi saremo sempre alleati. È questo l'aspetto che dobbiamo valorizzare in questa circostanza".

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