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Guerra in Ucraina

Draghi: “Nessun frutto da diplomazia, Putin non si ferma. Rischio guerra mondiale? Ora non si vede”

Sono le dichiarazioni fatte da Mario Draghi ai giornalisti dopo l’incontro con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a Bruxelles. Draghi ha sottolineato come la diplomazia non abbia portato ai risultati sperati finora, ma ha escluso il rischio di una guerra più ampia.
A cura di Annalisa Girardi
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"Altre sanzioni non sono escluse": lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi, oggi a Bruxelles per incontrare la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e fare il punto sulla guerra in Ucraina, specialmente per quanto riguarda l'accoglienza dei rifugiati e la crisi energetica. Parlando con i giornalisti al termine del vertice ufficiale, Draghi ha detto, parlando delle possibili vie di risoluzione del conflitto, che per il momento gli sforzi diplomatici dell'Occidente verso il presidente russo Vladimir Putin non stanno avendo successo: "Finora non hanno dato alcun frutto. Finora la determinazione russa è chiarissima: procedere fino a quando l'Ucraina non si arrenderà e, probabilmente, instaurare un governo amico, sconfiggendo la resistenza. Questo è quello che i fatti dimostrano".

Secondo Draghi non è chiaro, quindi, che piega prenderà questa guerra. Ma il presidente del Consiglio non crede che ci sarà un'escalation che vedrà coinvolti direttamente anche gli altri Paesi, in primis l'Italia: "Per ora il rischio di una guerra più ampia, di una guerra mondiale, non si vede", ha detto.

Tuttavia la guerra fa sentire il proprio impatto per quanto riguarda il settore energetico, ma anche l'andamento generale dell'economia. "Io ho sempre detto che dal debito si esce con la maggiore crescita. Dobbiamo cercare di mantenere l'economia nell'ottimo stato con cui è finito lo scorso anno, anche se questi eventi chiaramente influenzeranno la crescita economica di quest'anno", ha spiegato Draghi, sottolineando che sulla questione energetica il governo sia già intervenuto: "Il ministro Cingolani ha già fatto tantissimo. Continueremo a intervenire per quello che è di nostra competenza". L'Italia, però, può fare a meno del gas russo? "Stiamo procedendo molto bene e molto rapidamente sul fronte della diversificazione", si è limitato a commentare Draghi.

Infine, Draghi ha menzionato il colloquio telefonico avuto con Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino, ieri pomeriggio: "Zelensky chiede sostegno a un'adesione all'Unione europea. Noi sosteniamo l'appartenenza dell'Ucraina alla famiglia europea, siamo molto aperti su questo, ma il processo è lungo. L'entrata nell'Ue è sempre preceduta da una ristrutturazione, da profonde riforme strutturali. Ma in ogni caso noi li sosteniamo, non c'è alcuna obiezione di principio", ha concluso.

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