Draghi: “Il Pnrr è una scommessa che facciamo insieme in Europa, vincerla o perderla dipende da noi”
"Oggi è un giorno positivo". Comincia con queste cinque parole la replica di Mario Draghi al Senato, dopo una lunga discussione sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il presidente del Consiglio ha cercato di rispondere a tutte le domande e agli interventi dei senatori, che si sono alternati per diverse ore. Tante critiche, tanti complimenti. Tra i punti più discussi il poco tempo a disposizione del Parlamento per l'analisi del Piano: "Questo Senato è stato protagonista nel disegno e sarà protagonista nel piano – ha spiegato Draghi – Le considerazioni fatte richiamano la scarsità dei tempi che c’è stata, ma il 30 aprile non è una data mediatica, è una data per avere prima i soldi". E poi lancia una frecciata a Matteo Salvini: "Non ho mai detto garantisco io, non è il mio stile".
Draghi ha ricordato che "al centro del piano c’è l’Italia, questo piano è un disegno di un progetto, ci sono tanti numeri, c’è tanto denaro, ma è anche un’occasione per farci riflettere sul fatto che dobbiamo lavorare insieme". Non solo qui dentro il Parlamento, ma anche "con il governo, con gli enti locali, con il popolo italiano". L’Italia, secondo il presidente del Consiglio, "non sarà la stessa dopo", ma "i cambiamenti si possono attuare solo se c’è accordo, se c’è volontà di successo e non di sconfitta". E rispetto al coinvolgimento del Parlamento sul Pnrr ha ricordato che "ci sarà il momento dell’attuazione, e il potere legislativo avrà un ruolo fondamentale".
Il presidente del Consiglio ha elencato tutti i fondi che verranno investiti nel Mezzogiorno: "La prima lezione è che il Sud non è stato discriminato in questo afflusso di fondi, si potrà far meglio e riparare qualche mancanza, ma sostanzialmente l’impressione non è quella di una discriminazione". La seconda lezione "è che le risorse saranno sempre poche se uno non le usa – ha aggiunto Draghi – Certamente le riforme aiuteranno ad usarle, ma c’è una storica inerzia che si deve superare, soprattutto nella fase di progettazione". Bisogna "impegnarsi collettivamente". E sul ponte sullo stretto ha annunciato che "ci sarà una relazione che sarà inviata dal ministro al Parlamento per la discussione".
Draghi ha affrontato anche un la questione della politica fiscale europea e il momento di svolta che stiamo vivendo: "Sono stato spesso rimproverato di aver rimosso gli stimoli per i governi a fare le riforme, per la politica economica espansiva, perché si crede che le riforme si fanno solo strozzando i Paesi con alti tassi d’interesse", ma "non c’è nessun legame". Il Pnrr inaugura "una diversa stagione di politica fiscale a livello europeo, è una scommessa che facciamo tutti in Europa, sullo spendere bene questo denaro". E in questo senso, ha sottolineato Draghi, "l’Italia è in prima fila, saremo responsabili del successo o della perdita di questa scommessa". La sconfitta "sarebbe grave, per noi e per il futuro dell’Europa, perché non ci sarà più altra occasione di convincere i Paesi europei a mettere i soldi insieme". Fare una politica fiscale comune "torna a nostro beneficio, perché siamo uno dei Paesi più fragili dell’Unione europea".